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Visualizzazione dei post da 2017

Si fa presto a dire Natale

Una settimana in tutto. Per sette giorni la Stamberga è tornata a ribollire, con un andirivieni continuo di gioventù, disordinata, chiassosa, piena di risate, battute e sfottò. Le camere incasinata, il frigo stracolmo, il forno sempre in funzione e la lavatrice in overbooking. Amore fa rima con rumore, a Casa per Caso, si misura in calorie (assunte e dispensate) ed è tanto più intenso quanto meno ti prendi sul serio. Sono tornata a inciampare nelle loro scarpe, a riempire il carrello del super come prima di una carestia, e a non starci più dietro, con la raccolta rifiuti. Giorni densi e intensi, giorni di gioia e condivisione, giorni di festa dentro e fuori di noi. Fantastici, questi giorni, ma troppo pochi. Abbiamo lasciato il filosofo in aeroporto, e stiamo tornando. Ora, riordinerò la sua stanza, trovando chissà quanto casino. Rifarò il letto, spegnerò il termo, abbasserò la persiana e cercherò di non pensare. Perché se ci penso, che prima di un anno non lo rivedrò di sicuro,

Oggi mi punge vaghezza...

... di tinteggiare. La camera del filosofo, per la precisione.  Già antro dell'informatico, oggi deposito degli attrezzi ginnici del Jurassico, il cui unico scopo sembra quello quello di giacere immobili, a prendere polvere.  Non è come nei film, dove sorridenti signore, adornate da vezzose bandane, passano il rullo sulle pareti col sorriso sulle labbra. O meglio, è così, ma solo alla fine. Prima, devi passare al setaccio ogni centimetro quadro di superficie (anche i sopra, sotto e dietro. Le preposizioni dell'orrore), togliendo polvere, nidi di ragno, cadaveri di mosca e oggetti incastrati nei luoghi più impervi, per poi incerottare tutto. Alla fine, più che in una stanza da letto, ti sembra di stare nella Valle dei Re. Mummie dappertutto.  Come sempre, comunque, i miei adorati figlioli riescono a sorprendermi.  Accartocciata su me stessa a passare il battiscopa con la gomma magica, ho notato qualcosa spuntare da dietro il termo. Con uno strattone, ho estratto  l'

E due

Secondo compleanno senza Andrea.  Il nostro filosofo, l'ingegnere un po' pazzo, quello che ha cacciato quattro cose in valigia ed è partito alla ventura, per il Paese di Molto Molto Lontano. Quello che va via come un treno, adesso, alla faccia di chi dice che "certi giovani meglio perderli che tenerceli, in Italia".  Quello che fa il triplo carpiato, pur di venire a passare il Natale con la sua famiglia. Perché il Natale è il Natale, anche se dove vive lui nemmeno sanno cosa sia, il Natale.  Quello che ci manda le foto dalla Corea del Sud, giusto il giorno dopo il lancio del missile; quello che prende l'aereo e se ne va al mare il giorno dell'allerta tifone (con Mpc che si scioglie in lacrime perché non lo riesce a contattare, ma la Farnesina le ha mandato un sms sul cellulare, sollecitandola a chiamarlo e avvisarlo...); quello che ci manda le foto del pranzo (grigliata di locuste e insetti misti) o della cena (insalata di piovra, con tentacoli ancora in

Toc toc

Ciao, Pulcina. Scrivo dall'auto, quindi scusate se non sarò precisa, o ben impaginata. Era un sacco che non scrivevo, davvero. Ma visto che trovo i tuoi messaggi - carina, grazie! - eccomi a tracciare l'aggiornamento richiesto. Agli amici che, come te, si tengono informati su di noi attraverso i miei post, chiedo scusa. Ci sono cose che non è sensato scrivere, altre che se le scrivi ti querelano. E sarebbero le più interessanti e istruttive, credetemi. Poi, ci sono i fatti di Casa per Caso. E mi trovo impicciata a raccontare pure di quelli, mannaggia. Archiviata la parentesi infantile, durante la quale ci siamo conosciuti, siamo passati attraverso adolescenza e prima giovinezza, facendoci assieme qualche sana risata. Ora, i ragazzi sono giovani adulti, e non fanno più ridere come una volta. Ora, la cosa si è fatta seria, e parlarne mi sembra inopportuno, o autoreferenziale. Già, perché i Fantastici Quattro se la cavano alla grande, ma alla grande sul serio, e a Mpc e Ju

Primo giorno di scuola

Silenzio. La Stamberga è silente. Le stanze da letto sono chiuse, per tener fuori la polvere e, soprattutto, per non vedere quanto sono vuote.  Unica abitata, la camera del gaglioffo, alle otto ancora immerso in un sonno profondo.  Per la prima volta, dopo ventidue anni di vita da mamma, il primo giorno di scuola non significa nulla, per me.  Nulla in termini pratici, s'intende. Impossibile non tornare col pensiero a tutto ciò che è stato, questo giorno fatidico, per oltre due decenni della mia vita.  Il giorno in cui alle sette e mezzo la confusione si spegneva, di colpo, lasciando spazio a un'irreale calma piatta, per oltre sei ore al giorno, dopo estati chiassose, sudate, pervasive e affollate.  Il giorno zero, quello in cui tutto ripartiva, il primo gradino di una scalata che ogni anno ha segnato una svolta. Sempre in meglio, per fortuna.  Il giorno in cui, finalmente, ritrovavo una dimensione personale, non più minata da una presenza invasiva e costante di un

Legatemi

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Quando.... Il tuo peso diventa stabilmente "ben distribuito". Per quanta dieta tu possa fare.  I tuoi anni "ben portati". Per quanto astutamente tu ti possa vestire, pettinare, tingere e truccare.  La tua fortuna "essere miope. Così diventi presbite più tardi". La tua forma fisica "eccezionale. Per una donna della tua età." Il tuo sorriso "...". Non pervenuto. Lavori in corso dal dentista.  Il tuo obiettivo per il futuro: resistere dodici mesi senza finire in galera  per uxoricidio.  Poi finalmente lui andrà in pensione.  Le pubblicità mirate al tuo target :  "Prova gratuita dell'udito. Esci dall'isolamento acustico!"  "Pena lady discrete. Per essere nonna senza limiti."    "Prostadol forever. Per dormire sonni tranquilli con l'amore della tua vita."   "Pensaci prima: per un ultimo saluto senza sorprese.  Requiem aeternam funeral home : un   nome, una certezza." E

Gli orali alle porte

O alle porte degli orali. Fa lo stesso. Fatto sta che domani, quarto di quattro, immediatamente dopo la migliore della classe - e sua grande amica - l'uomo vedrà compiersi il suo destino.  Il gruppo di classe pullula di condivisioni: impressioni, stati d'animo, utili dritte e sfoghi più o meno disperati. Raccogliendo più informazioni possibile, il nostro eroe pianta le basi per non farsi cogliere impreparato dal nemico.  Notevole il titolo della tesina in discussione: "Vivere la vita come un'opera d'arte".  Che, per uno che la sua vita l'ha iniziata come protagonista di un blog dov'è soprannominato Gaglioffo, è un gran passo avanti.  Calmo e concentrato, ieri mi ha descritto le varie fasi emotive attraverso le quali è passato: negazione, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione. Praticamente, l'elaborazione di un lutto. Quello di essere stato legnato nel compito d'Italiano.  L'insegnante (commissario esterno) non ha fatto

Problemi di coppia

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"Stamattina si parte presto!" "Certo! Che dopo il tempo si guasta" Cinque minuti dopo, il Jurassico è pronto. Venti minuti dopo, viene a vedere che fine ha fatto sua moglie. La quale ha perso, nell'ordine, la borsa, la felpa, le lenti e gli occhiali da sole. "Giuseppe, te lo dico come neurologo. Tu mi devi monitorare!" "Mhm." "Sono una disperazione. Io non sono normale! Prima mi stavo dimenticando il cellulare. Sono tornata indietro, ho riaperto (per la terza volta, ma questo lo dico solo a voi...) e ho trovato lo yogurt mollato accanto al telefono!" "L'avevo notato. Mi sono chiesto il perché di questa scelta, ma non ho osato dire nulla. Non vorrei scatenare l'ira di Giunone!" Povero Jurassico. Se mi trovano morta, non vi accanite su di lui. È stata legittima difesa!

Sempre a proposito di figli dimenticati...

Già una volta me lo sono scordato in auto, il gaglioffo, abbandonandolo in un posteggio sotto il sole.  Dal momento che è accaduto quando aveva diciott'anni, il ragazzo è sopravvissuto. Traumatizzato, ma vivo: non paga di essere partita al galoppo mollandolo lì, ho anche chiuso l'auto inserendo l'allarme. Il poveretto ha trascorso un quarto d'ora appiattito contro il sedile, girando solo gli occhi... E con altre cose in rotazione vorticosa, ovviamente. Stamattina, quasi quasi ci riprovo: pronta per uscire, ero fermamente intenzionata a inserire l'allarme di casa. Peccato che il nostro non sia a scuola, ma addormentato in camera sua. Per fortuna è entrato il gatto, che mi ha - non so come - ricondotto alla realtà. Diversamente, sai che sveglia, povero Matteo...? Sono una catastrofe. Non c'è speranza.

Esami in corso

Ovvero: facciamoci riconoscere. Sempre.  Primo giorno, prima prova: ore 13.00. Il gaglioffo fa per consegnare il compito, e il commissario (esterno) gli suggerisce di andare al posto, a rileggerlo ancora una volta.  Il nostro esegue, e dopo tre minuti torna alla carica.  "Prof, vorrei consegnare." "Ma... Sei sicuro? Non ci vuoi pensare ancora un po'?" "Prof. Ho fatto due brutte copie, una bella copia, l'ho riletto così tante volte da averlo mandato a memoria... E poi, insomma: è l'una. Ho fame!"  Il compito è stato ritirato.  Secondo giorno, seconda prova: stessa scena. Stavolta il presidente di commissione ha decretato che il compito si può consegnare non prima di quattro ore.  Il gaglioffo, che ha studiato diritto e si sente (purtroppo...) inizia a berciare che la legge dice altro, che il Ministero ha chiarito che dopo tre ore si può consegnare, che lui ha dei diritti, che ci va a parlare lui con il presidente... Il commi

Controllo antidroga

"Mimmi, sai che c'erano i cani antidroga in stazione a Milano?" "Davvero?" "Sì. Troppo carini... Io mi sono messa a coccolare quello che ha annusato me!" "... E il carabiniere come ha reagito?" "Prima si è messo a ridere, poi mi ha detto vada, vada, signorina!" Mia figlia. Ostacolo alla vigilanza e intralcio a pubblico ufficiale!

Ultimo giorno di scuola

Ultimo giorno di scuola. Ultimo, ultimo: anche l'ultimo è arrivato alla meta.  O quasi. Siamo sempre in tempo a farci fregare all'Esame di Stato, però...  Però si chiude un ciclo.  E che ciclo, ragazzi: un ciclo iniziato ventitre anni fa - mannaggia, così tanti ne sono passati...? - nel più brusco dei modi.  Mamma totalmente impreparata, Jurassico mi ha gettata nell'arena delle riunioni plenarie, senza rete nè qualifica. Se ci ripenso, lo ammazzerei ancora adesso... Ho superato questo ed altri traumi, vigliacche ostilità ed encomiabile supporto.  Mi sono sentita inadeguata, assente, troppo presente, insicura e cronicamente incerta sul da farsi.  Ne ho passate di cotte e di crude, con quei quattro, che mi hanno fatto vedere ogni possibile sorcio verde che mente umana possa concepire.  Ho incontrato dozzine di persone diverse, tra le quali alcune davvero splendide. A costoro devo moltissimo.  Ho dovuto cercare di dimenticare persone meschine, poche per fort

Dimenticarsi un figlio

Rieccoli. Rieccoli i Soloni della porta accanto, di Grandi Inquisitori della mutua, i Caifa de noantri, tutti a stracciarsi le vesti per quella povera mamma di Arezzo, mettendola in croce e gridando allo scandalo. Stuoli di non riprodotti, in cattedra a insegnare come si fa ad essere genitori perfetti. Orde di genitori imperfetti, impegnati in una lapidazione di massa ai danni di quell’unica dimostratasi più imperfetta di loro. Ergendosi dall’alto della loro piccineria, dozzine di omuncoli e donnicciole si sentono eroi per un giorno, perché a loro non è successo. Perché loro no, loro non l’hanno fatta un’enormità così. Guardateli, gli autonominati genitori di successo, quelli che “se fosse stata mia, io…”, quelli che stanno sempre un passo avanti, finché non inciampano nei propri piedi, e finiscono faccia a terra. Stiamo calmi, ragazzi. Stiamo tutti molto calmi, perché ci è solo andata di lusso. Potevi esserci tu, al posto della mamma di Arezzo, proprio tu che ti agiti tan

Mamma sono in biblioteca

"Ma non eri in Danimarca?" "Quella dell'università del mio fidanzato. Oggi aveva un business project, e io sono venuta qui a studiare." "Brava." "Ho bisogno di un libro, però." "Quale?" "Tre volte te, di Moccia." "..." "Mimmi, io l'ho aperto quello di amministrativo, ma quando ho cominciato a leggerlo mi è venuto da gettarlo da un ponte..." "Ci credo. Hai appena dato due esami!" "Da lunedì mi metto sotto. Adesso devo assolutamente sapere come finisce tra Step e Beba...🤣🤣🤣" "Queste sono le credenziali del mio account Kobo. Ora te lo compro e te lo puoi scaricare." "Ok, adesso provo." "Fatto. Soffro: dieci euro per un e-book, di un autore che odio per di più! Ma poiché ti amo, l'ho comprato..." "Anche io ti amo, Mimmi. 😍" I figli. Ci inducono ai peggiori compromessi con noi stessi!

#amorepuro#cuoreacuore#sensodellavita#

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L'amore più puro e sincero. Innocenza e sincerità. Ti vorrò bene, tesoro, ti proteggerò dai pericoli, perché so che tu non mi deluderai. Mai. Otto like, due siete bellissime, un cuore. Commenti inespressi: Ke palle 'ste mamme. Ci rivediamo tra quindici anni, quando l'avrà data a mezzo mondo e tu sarai una vecchia avvelenata. Tieniti i tuoi cuori e pure la pupa, che non gliene frega niente a nessuno. Le mamme sono una categoria da eliminare. Si credono il centro del mondo. Odio i bambini. Puzzano. L'amore più puro e sincero. Innocenza e sincerità. Ti vorrò bene, tesoro, ti proteggerò dai pericoli, perché so che tu non mi deluderai. Mai. 147 like, 52 siete bellissimi, 67 cuori, un fiume di commenti: L'unico amore che non tradisce. I figli pelosi sono i migliori. Amooooooore! Lo voglio! Qualcosa non torna.

Fratelli

L'unione fa la forza. È una gran cosa andar d'accordo coi fratelli. Un fratello che ti vuole bene ci sarà sempre, ti aiuterà quando sarai nei guai, ti sosterrà negli addii e gioirá con te nei momenti felici. Un fratello è tale perché sei stato bambino con lui, perché tra voi ci sono ricordi condivisi e rimpianti comuni. Un fratello è diventato adulto assieme a te, e si ricorda di voi, quando invecchiare era un ambito traguardo, non uno spauracchio incombente. Ti ha visto sbagliare e pagare, ostinarti e piegarti, cadere e rialzarti. Un bravo fratello ti ha aiutato a rimetterti in piedi, senza risparmiarti quella pedata che quella volta ci stava proprio. Un fratello prezioso ti ha compreso, ascoltato, confortato, ma anche zittito e rimproverato. Crescere non è impresa facile, e i genitori possono facilitarla come pure ostacolarla. I genitori saggi sono anche giusti. Sanno che a creare discordia si impoverisce la famiglia. Coltivando la sensatezza, favoriscono il rispetto

Metti il caso che...

"Metti il caso che io mi trovi una serba, o una rumena, insomma, una donna dell'Est. Sai quelle che rimangono marmoree, che ubbidiscono, tacciono, e non vengono a letto vestite da Nonna Papera come questa qui... Tu come la prenderesti?" "Io? Io ti chiederei: - Ce l'ha una figlia? - e mi spiegherei da dove mi viene la spiccata predilezione che ho per le donne staniere. Vai, papà, vai! Hai tutto il mio appoggio!" Li odio.  Se leggerete di un misterioso caso di avvelenemento mortale nel Nordest, sappiate che non è misterioso per niente. Sono stata io. Io, che mi sono liberata di Jurassico e di quel infame traditore di suo figlio Gaglioffo.  Mannaggia anche Mamma Rai, mannaggia...

La fatica di vivere, la fatica di scrivere

Tienici aggiornati sulle vicende di Casa per Caso, mi scrive Annesin. Hai ragione, my darling: dovrei farmi vedere più spesso, da queste parti. E grazie, per non averci dimenticati. Grazie a te, e a tutti quelli che continuano a passare, sperando in un nuovo post. Scusate, miei fedelissimi. Scusatemi, ma non è un gran periodo, questo, per me.  Tranquilli, nulla di male tra le mura della Stamberga, e nemmeno tra quelle dove albergano i nostri ex-nidiacei.  C'è solo un sacco di energia negativa che si addensa sulla mia testa, il che impegna quasi tutte le mie energie positive a mantenere attivo lo schermo di difesa della mia bella famiglia. Già, fatemelo dire: una bella famiglia.  Una famiglia sconclusionata, ormai frammentata, sopra le righe e qualche volta un po' azzoppata dagli eventi. Ma una famiglia dove l'amore è coltivato con caparbia ostinazione, dove non cerchiamo gli errori degli altri per giustificare le manchevolezze nostre, ma cerchiamo di darci una mano

Un papà difficile da sopportare, ma un grande papà

Non è facile stargli vicino. Quando rompe, quando sputa sentenze, quando giudica male e con i figli si rapporta ancor peggio. Non è facile fare fronte comune, quando si piazza dalla parte del torto e da lì non si vuole schiodare. Non è facile mediare, quando anche tu avresti bisogno di un mediatore, anche solo per fare colazione con lui. Però... Però come fai a non essere con lui e per lui,  quando lo vedi fermarsi davanti alla foto dei fantastici quattro, e guardarli con un amore così grande da non starci, dentro al suo cuore. Un amore che tracima, straborda, comanda e lo riduce a una chioccia più chioccia di te, quando li sente, li vede, o anche solo sente parlare bene di loro. Però... come fai a non pensare che non potevi scegliere padre migliore per i tuoi figli, o figli migliori di cotanto padre, quando si ammazza di lavoro, e lo fa solo per loro, e per te. E lo fa probabilmente per quello che sei tu per loro. Loro. Loro, l'Alfa e l'Omega della sua e della tua vita.

Dodici rose rosse per San Valentino...

... in versione jurassica, ovviamente. Prima che mettiate le mezze luci agli occhi, non vi dimenticate di chi stiamo parlando, per favore. Un plantigrado che, in assenza di sua figlia, se la sarebbe cavata con un fuggevole bacio e un rapido "Auguri!".  Invece...  Invece, la sua amata figlioletta Valentina, qualche giorno fa, l'ha beccato da solo, suggendogli: "Papà, il 14 è l'onomastico della mamma, che, ti ricordo, è anche il tuo amore. Una dozzina di rose ci starebbe, non credi?"  Sguardo sbalordito del nostro, il quale risponde, neutro: "Ah." La fanciulla, decisa a ottenere il suo scopo, soggiunge, con l'aria imperiosa che assume in circostanze come queste: "Non ti preoccupare, papà. Mi occupo di tutto io!" E' andata in fioreria, ha scelto le rose, ordinato di disporle a bouquet - aveva già deciso anche in quale vaso sarebbero state disposte -  e si è fatta consegnare il biglietto. Glielo ha portato in ospedale, per

Sniffer e minacce di morte

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Punto primo: da giorni sono a letto con la febbre. Non appena restituito il Jurassico alla vita attiva, ecco che si schianta Mpc. E fin qui vabbè, guarirò.  Il problema, al solito, è lui. L' amore della mia vita , come lo definirebbe il gaglioffo.  Il quale amore della mia vita ieri pomeriggio decide di sistemare il camper, per prepararlo a nuove avventure. Nel frattempo, la sottoscritta giace nel suo letto di dolore, stretta a una boulle e con una pila di coperte addosso.  Il nostro, dopo un insistente rimestare, giunge in camera da letto, berciando qualcosa come: "Accidenti a chi mette ordine! Quando hai vuotato il camper hai fatto sparire lo sniffer e la pinza amperometrica. Che fine hanno fatto?"  Vi lascio immaginare la mia faccia. Manco so di che stiamo parlando. Gli suggerisco di controllare nel gavone sottopavimento, e attendo che mi scenda la febbre. In preda a una crisi di nervoso, l'individuo sfoga in vario modo la sua irritazione, tanto da spinge