Post

Una vita che non posto: 8 marzo

Immagine
Oggi, otto marzo, nessuno dei miei figli ha sversato immagini di mimose nel gruppo famiglia, né mia figlia si è sentita in dovere di condividere con me ovvietà stantie o, peggio, frasi paternalistiche scambiate per proclami femministi.  Una su tutte: non regalate mimose alle donne, regalate loro il rispetto.  Come se il rispetto fosse un omaggio, gentilmente offerto alle femmine dall'altra metà del mondo, non un dovere imprescindibile, oltre che qualcosa da pretendere.  Il rispetto, a Casa per Caso, è una presenza costante, e funziona in due sensi: sì dà e si riceve, indipendentemente dal genere. Persino la specie è irrilevante: anche il nostro gatto è rispettato, qui dentro.  Forse il felino non segue il trend familiare quanto dovrebbe, dimostrandosi talvolta aggressivo e prepotente, ma lì il maschilismo non c'entra. C'entra la sindrome del gattaccio imperatore, insorta a causa dell'eccesso di coccole e premure che riceve, specie da quando Jurassico è in pensione.  Tut

La Karly mi fa piangere!

 Dieci anni dopo.  Rileggo ciò che scrivevo alla mia giovanissima figlia, osservandola con gli occhi carichi d'amore di una mamma orgogliosa e un po' spaventata all'idea di consegnare a un mondo ingeneroso e vorace la mia splendida, ingenua ragazza.  Oggi la guardo, ormai donna fatta, intelligente, preparata, forte, consapevole del proprio valore, impossibile da manipolare e decisa nel perseguire i propri obiettivi.  Sempre bellissima, affettuosa, buona e affezionata, mi prende dolcemente in giro, nascondendo dietro una risata divertita un amore e un'ammirazione che mi commuovono e mi scaldano il cuore.  Sono passati tanti anni, da quando l'ho accolta nel mio cuore e nella mia vita.  Siamo cresciute entrambe, ci siamo confrontate, qualche volta scontrate, molto più spesso abbracciate, perché tra le braccia l'una dell'altra anche la sofferenza più grande diventa meno difficile da sopportare.  Oggi mi godo il suo sorriso, e la guardo dispiegare le ali, pronta

La dieta va a rilento

"Amore ti ho gonfiato le ruote della bici..." Ma vedi un po' tu. La prima volta in un quarto di secolo che fa una roba del genere. Se continua a comportarsi così, attento, sollecito, affettuoso al punto da prevenire i miei bisogni, ci faccio la firma. Qualche giorno di delirio, nervi a fior di pelle e più capricci di tutti i suoi figli messi assieme, in tutti gli anni che stiamo assieme... seguiti da settimane e settimane di paradiso. Il gioco vale la candela, è deciso. Adesso vado dalla Vale e le chiedo di stilarmi un contrattino, va'. "Grazie, tesoro! Vado in centro... ci vediamo dopo!" Parto, arzilla ed entusiasta, sfrecciando tra voragini nel suolo e cantieri che sfidano i cieli. In questi giorni torridi Casteo ferve di attività che manco un alveare poco prima del volo nuziale.  Transito spavalda in contromano, chiedendomi se mi multerebbe, un vigile che mi vedesse... quando una fucilata squarcia l'aria. Un botto che mi sbalza quasi dalla s

Una famiglia tradizionale (???)

Mi domando: sono mamma non biologica dei figli di un'altra donna, e madre biologica del fratello di questi figli. Il padre di tutti i miei figli è stato marito di un'altra donna, io sono sono stata una mamma prima di essere una moglie. La nostra famiglia è stata letteralmente bersagliata dalla malevolenza altrui, dalle accuse più aberranti, le illazioni più insultanti, le interferenze più irritanti. Senza contare i veri e propri tentativi di sabotaggio, i rifiuti, le cattiverie gratuite e le calunnie più fantasiose. Eppure, a rigore, mio marito ed io siamo un uomo e una donna innamorati, sposati davanti a Dio, la nostra unione è stata "benedetta" dalla nascita di un figlio. Più tradizionale di così si muore.  Ma c'è sempre chi si crede più famiglia di te. Più marito di te. Più moglie di te. Più genitore di te. Perché lui è meglio di te. Ma se siete così perfetti, inarrivabili, favolosi, che vi frega di come vivono gli altri? Che minaccia sarebbe al vo

Maschile e femminile

La femminilità non passa attraverso un tacco a spillo, una scollatura generosa, uno specchio che ti lusinga con l'immagine che riflette o l'espressione ammirata degli uomini che ti seguono con lo sguardo.  Una persona, femmina o maschio che sia, deve stare bene con sé stessa, piacersi, sentirsi a proprio agio nel proprio corpo e con ciò che fa, con o senza l'approvazione altrui.  Per questo deve poter fare tutto ciò che serve per ottenere questo stato di confort, senza essere giudicata per le proprie scelte. In nessun campo. Nessuno!  Ai miei figli non ho insegnato "cose da maschi" e "cose da femmine". Ho cercato di insegnare loro il rispetto per se stessi e quello per gli altri. Ho cercato d'insegnare loro a vivere, ad essere autonomi, a bastare a se stessi. Poi, c'è chi cucina da dio e chi odia pentole e fornelli, chi si aggiusta le sopracciglia e chi vaga per la casa con magliette e mutande bucate. C'è chi pulisce fino a far

L'infezione virale peggiore

Le crisi isteriche descritte sui social. Gente che, in fila al super, si fa venire le convulsioni dalla rabbia per una manovra col carrello, fraintesa. Una farmacista colpita da una secchiata d'acqua, mentre andava al lavoro in bici. Le mamme insultate dalle finestre, mentre fanno quattro - quattro, di numero - passi sotto casa, con il bambino. Per tacere dei runner, i primi a restare vittime di questo clima da caccia alle streghe. Perché la verità è questa: per l'italiano (Minuscolo, sì. Come lui) rancoroso, le regole esistono solo per gli altri. Chiuso in casa, costretto per la prima volta a fare come tutti, se vede qualcuno di "privilegiato", o che - in qualche modo - crede sia riuscito ad aggirare i divieti, vede rosso. E come un toro infuriato, incorna. Non per la rabbia della presunta infrazione. E nemmeno per un'esagerata paura. Quella è invidia. La verde, squallida, accecante invidia di non esserci riuscito lui, a farla in barba alla legge. L'

Andrà tutto bene

Il Gaglioffo scende, cinto di un asciugamano ai fianchi, declamando: "Ammmooore..." "Mhm?" "Una mutanda...? Un calzino, anche bucato...? O devo restare così,  Egyptian stile? No, perché i miei cassetti sono vuoti! Totalmente e desolatamente..." "Ah, sì,  'spetta... Non ho piegato il bucato, ancora!" Mi precipito a prendere la  cesta, posandola sul tavolo della cucina. "Qua, ecco. Mi bastano tre esemplari, tranquilla. Poi fai tutto con calma." Recupera il necessario, infila la scala, sempre drappeggiato come Tutankhamon, brontolando: "Tutto a Milano, por@%¥@£"*#"*$. Finirà, %&@¥@$£"&#, anche 'sta quarantena!" Resilienza in atto, a Casa per Caso.