E' ufficiale
Jurassico
si è rilassato. Nonostante le piogge incessanti, il freddo pungente (5 gradi Celsius, stamani) e l’impossibilità di
azzardare il minimo progetto, neppure con un paio d’ore d’anticipo, il
plantigrado ha dismesso il ruggito facile e la zampata assassina.
Complice
il lungo letargo (dorme come un ciocco. Roba che per farlo ronfare così, a
casa, dovrei colpirlo alla testa, con un ciocco), l’uomo quando è sveglio
pratica un’attività motoria per lui inusitata.
Il
sorriso.
Il
sorriso in tutte le salse: allegro, sereno, complice, talora persino sognante.
Il
buonumore lo pervade.
E
tutto ciò, ci tengo a sottolinearlo per i malpensanti, senza introdurre nemmeno
un goccio di alcol.
Potere
del riposo…
Durante
i frequenti rovesci d’acqua, riempie il tempo riguardando film d’antan: e se
titoli stile Notorius possono incontrare anche il mio favore, la biografia di
Luciano Tajoli va oltre le mie capacità di sopportazione.
“Ma
come, amore? Non te le ricordi queste canzoni? Io ero un ragazzino, mio papà me
le cantava sempre…”
“Ecco,
appunto, il mio no, invece. Io non ero manco nata, quando Tajoli e la sua mamma
erano un must. Perdonami, ma non ce la posso fare. Le cuffie, please…”
Il
potenziale incidente diplomatico è stato sventato dalla moderna tecnologia, ma
ci sono state conseguenze imprevedibili.
Adesso
il nostro vaga per il camper canticchiando quanto
ti voglio bbbene… allungandosi stile polipo per afferrarmi, quando accenno
a fuggire sotto le intemperie pur di evitare lo strazio.
La
trasformazione è completa: il marito mannaro è tornato umano.
E
come di consueto, in camper i ruoli si ribaltano: l’ape operaia, nella casa a
quattro ruote, è lui. La qui presente, in vacanza, può concedersi viceversa il
lusso di giocare all’ape regina: tanto c’è lui che si occupa di me.
Forse
è per quello che ogni volta, per ingranare la prima e spostare il pachiderma,
si fa pregare in sette lingue, per cedere comunque solo di fronte alle minacce.
Comunque
sia, io mi godo l’attimo. E lui, a quanto pare, fa lo stesso.
Durante
una passeggiata, si è persino abbandonato a una dichiarazione d’amore che mi ha
strabiliata. Poi ha confessato di aver rubato la battuta al Grande Gatsby
(difatti mi pareva eccessiva persino per la versione vacanziera del Jurassico…),
tuttavia la sottoscritta si è sdilinquita lo stesso. Dopo quasi vent’anni
assieme – e con cinquant’anni addosso – certe romanticherie inattese ti rimettono al
mondo. Almeno quanto il fatto che, per una volta, i piatti li vuol lavare lui.
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