Dove sono finite le ragazze di una volta?
Insomma,
sono sconvolta. Forse esagero, ma davvero ne ho abbastanza.
Ieri
il gaglioffo è tornato a casa fortemente adombrato: un’altra ragazza lo aveva
aggredito.
Niente
morsi, per fortuna. Solo percosse. Mica una scazzottata alla Bud Spencer: non c’è
stato spargimento di sangue. La vipera l’ha menato, però.
Il
destinatario dell’attacco stavolta ha perso la pazienza: “Perché mi picchi?”
“Perché
mi va. E tu devi stare fermo e prenderle, perché sono una donna e non mi devi
toccare…”
Quando
è troppo è troppo.
Lacerando
la veste del giovanotto educato e rispettoso delle fanciulle, fragili creature
da non sfiorare nemmeno con un fiore, il nostro ha subito una mutazione,
trasformandosi in un cavernicolo fatto e rifinito: “Cosaaaaa???? Ma sei scema?!
Adesso te lo faccio vedere io chi comanda!”
Pettorali
in flessione, bicipiti in azione, quadricipiti in scatto di potenza, supportati
dalla tartaruga addominale: l’intero atlante muscolare (fonte di plauso da
parte del gruppetto di sciamannate, in condizioni normali) si è messo in
movimento.
In
tre nanosecondi la ragazza era in volo. Destinazione cestino.
“Eccoti
qui. Questo è il tuo posto. E prova a toccarmi un’altra volta, se hai il
coraggio!”
Ragazzi,
io sono feroce contro i maschi maneschi. Trovo inaccettabile anche la violenza
morale e quella psicologica. Detesto persino la pressione sociale che riduce
noi donne a cenci incapaci di esprimere il proprio sentire, molte volte.
Ma
in questa circostanza non ce l’ho fatta a dire al ragazzo che ha sbagliato. Stavolta
non ho potuto scagliarmi contro la brutalità degli argomenti muscolari.
Invoco
la legittima difesa e confesso di ammirarlo: le ha impartito una lectio
magistralis, senza arrivare a farle male.
Sono
una madre sbagliata per questo?
Si
accettano consigli…
Commenti
Posta un commento