Primo giorno di scuola



Non si sfugge. Anche a Casa per Caso oggi è il primo giorno di scuola.
Il gaglioffo riemerge dalla sua camera da letto infilandosi i calzoni lunghi, con un muso ancora più lungo.
“Che depressione! Dopo tre mesi di calzoncini corti, riadattarsi alla tortura dei pantaloni lunghi è orribile…”
Se li infila, si rimira allo specchio con malcelato orgoglio, poi se li strappa via come una furia.
“Che fai, sei impazzito?”
“No. La colazione voglio godermela in libertà!”
Indossa un paio di informi pantaloncini corti, terminando le operazioni di civilizzazione così, scosciato. Poi, si riveste – definitivamente stavolta – e si avvia al patibolo.
“Ma dai, via… Rivedi tutti i tuoi amici, in fondo! Non sei contento?”
“Di che amici parli? Ti sei dimenticato che la mia è una classe infestata da femmine? Gli amici li rivedo DOPO, su Fb, quando torno a casa!”
“Ah. Già, hai ragione, dimenticavo…”
Parte, declamando: “E meno male che non piove, almeno! Sai se mi toccava partire sotto le intemperie? Una guerra!”
Plateale, l’animale. E sgrammaticato, pure: ammazza persino i congiuntivi al suo passaggio, stamattina.
 La Miss è partita prima ancora che ci alzassimo, e mi bersaglia con una serie di sms.
“Ho la sesta ora, mi vieni a prendere sennò torno alle 15,30?”
“Ok, dopo passo…”
“Mimmi, grazie per la disponibilità, ma mi hanno tolto la sesta ora, non serve che vieni!”
“Io oggi mangio solo fiocchi d’avena che domani ho greco!  :-( ”
Benissimo. Nemmeno due ore di scuola, e già iniziano le paranoie. Non oso pensare a come sarà ridotta a maggio, questa… Saranno i miei peggiori esami di maturità, me lo sento.
Intanto, giunge l’ora di pranzo, e con essa il rientro del soldato dalla trincea.
“Ehi, giovane! Allora? Com’è stato il primo giorno di scuola?”
“Benissimo. Sono pieno di donne, come il solito.”
“Notizia fondamentale. Del resto che mi dici?”
“Un disastro! Sono l’unico che ha fatto tutti i compiti! E tra l’altro il mio libro di inglese era per la quarta, così ho lavorato il triplo degli altri!!!”
“Embè? Sei stanco, ti ha fatto male, che c’è che non va?”
“Niente, in realtà. E figurati se sono stanco. Mi scoccia solo vedere che gli altri hanno fatto ancora meno di me!”
“Ma lascia perdere, tonto. Che gli hanno detto i prof?”
“Tra quindici giorni devono aver finito tutto…”
“Ecco, appunto: chi ben comincia è già a metà dell’opera. Loro si dovranno scannare e tu no. Non mi sembra che i furbi siano loro…”
“Mhm. Forse hai ragione.” mugugna lui, sempre accigliato. Poi va a vedersi I Borgia su MySky e dal divano mi arriva un’implorazione:”Mi compri i morbidi amici?”
“E che sono ‘sti morbidi amici?”
“Brioches al cioccolato!”
“Scordatelo!”
“Crudele… A proposito, dov’è il mio morbido amico?”
“Dorme sulla mia sedia, in camera da letto.”
“Morbido amicooooo…” ulula, facendo i gradini tre a tre, per avventarsi sulla sua preda. Niente come il nostro gattone grigio ha il potere di risollevare l’umore dei sofferenti.
Quando rincasa la Miss, invece, mi mitraglia con tutta una serie di informazioni terroristiche sugli esami, m’informa delle carenze del suo corpo docenti (come sempre, manca più di qualcuno all’appello), ingoia quattro fiocchi di latte e un pacchetto di cracker, poi vola al piano superiore per studiare.
“Non ho tempo, devo correre!!! Sennò non riesco a venire in palestra con te!”
Questa sembra Bianconiglio, invece. Tarantolata.
Insomma, la scuola è davvero cominciata di nuovo. E si sente!



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