Sono sfinita...
... e sono solo le dieci e venti. Che
rientro, ragazzi. Tutta la mattina che faccio il su e giù dalla soffitta,
portando valige, cartoni e – persino – una gelatiera. Qualche anima prava ha
deciso di improvvisarsi gelataio, salvo poi lasciare l’ingombrante
elettrodomestico a prendere polvere in un angolo della cucina.
Avete
un’idea di quanto pesi una gelatiera?
Ve
lo dico io: troppo. Specie se la devi issare lungo una scaletta metallica, tremula
e instabile. Meno male che sono una
donna allenata…
L’arrivo
del tecnico Sky ha causato un’impennata del cumulo di rifiuti elettronici da smaltire,
cui si sono aggiunti un monte di scatoloni vetusti, che ho scoperto ammucchiati
alla sommità dell’armadio in ingresso. Brutta
cosa inventarsi di mettere il naso dove non lo ficchi da un po’. Non sai
mai cosa puoi scoprire.
A
ciò si aggiungano la roba del viaggio da lavare e sistemare, gli armadietti
della cucina da rimettere in sicurezza (possibile, dico io, che anche la colf
non si renda conto che una pila di ciotole in pyrex, più pendente della torre
di Pisa, è un rischio e un pericolo per la sua stessa incolumità?), tonnellate di
vetro, plastica e carta da smaltire, per tacere di tutte le incombenze
domestiche rimaste arretrate.
Ogni
volta che torno a casa dopo un’assenza un po’ improvvisata, mi pento e mi dolgo
di essere partita.
Però…
Jurassico sa essere sempre molto convincente, quando mi circuisce per essere
accompagnato. E il San Valentino che mi ha combinato – fuga clandestina per una
cenetta a due, passeggiata romantica in una Firenze magica e rientro furtivo in
albergo – il tutto nel bel mezzo di un congresso, meritano qualsiasi sforzo da parte mia.
Anche
il tour obbligato in discarica, che mi accingo a fare ora. Sarò l’unica massaia
che arriva all’ecocentro con le stelle negli occhi e la faccia ancora sognante.
Ci metterò qualche giorno a tornare sulla terra, già lo so…
Commenti
Posta un commento