Jurassico in law
Ovvero,
con licenza poetica, Jurassico e la legge.
Ieri
il nostro era convocato come teste in tribunale: doveva rispondere a una serie
di domande in qualità di neurologo. Robe che succedono, se fai il medico.
Innervosito
come una vespa, l’uomo vagava all’alba tra camera da letto e bagno, emettendo
lamenti ed alti lai: “Che mi chiamano a fare, non c’è proprio nulla che io
possa aggiungere alla mia diagnosi (obiettività
neurologica negativa, per la cronaca) , basterebbe guardassero il referto
da me firmato…” e via protestando.
In
qualche modo, si prepara, inforca lo squalo e si avvia, più scuro in volto di
un temporale. Dopo l’udienza, dovrà tornare in ospedale a fare non so che: vi
lascio immaginare con quanto entusiasmo si allontana dal reparto sapendo di
avere qualcosa in sospeso.
Passano
svariate ore, durante le quali non dà segno di vita.
Verso
mezzogiorno, abbiamo uno scambio di sms, nei quali m’informa di essere capitato
in una situazione a metà tra una puntata di Perry Mason e il film Signore e signori. Un caos. Prospettive
per il rientro, zero: però, non so come né perché, il tono dei suoi messaggi è
diventato quasi ilare.
Un
cambio d’umore a 180° che mi sorprende non poco.
Contrariamente
alle previsioni, si libera per l’ora di pranzo, o giù di lì: date le circostanze,
cancello il mio allenamento in piscina e mi affretto a prepargli da mangiare.
Sarà
che trova la pasta al pesto, sarà che per la prima volta in sei mesi ha il
tempo di pranzare a casa, il marito siede al suo posto con un sorriso da un
orecchio all’altro.
“Mmmmm…
fantastica ‘sta pasta. Comunque, io ci voglio tornare, in tribunale!”
“E
perché? Non eri furioso per questa convocazione?”
“Sì,
sì… Però il giudice è stato molto cortese, e ci ha interrogato il prima
possibile, per permetterci di tornare al più presto ad attendere al nostro
IMPORTANTE compito.”
“Wow,
che riconoscimento. Persona in gamba, questo magistrato…”
“Infatti.
La faccenda era intricata in un modo… mi sembrava di essere in un telefilm.
Poi.. insomma… vale veramente il viaggio, un giro in aula!”
“Perché?”
“Le
stagiste!!!”
“???”
“Vedessi
che roba! C’erano tre o quattro signorine, tubino attillato, tacco dodici, tutte
ingioellate… Sul genere della la tua amica Terry, insomma. Belle da far girare la testa! C’era
uno lì con me che sbavava… ha subito attaccato bottone!”
“Ah,
il tuo vicino sbavava. Tu, invece…”
“Io
guardavo, lo ammetto. Come panorama, niente male sul serio! Chissà che il
giudice abbia bisogno di ulteriori chiarimenti, va’…”
Roba
da matti. Il pericolo si annida nelle situazioni più impensate: qui non si sta
mai all’erta a sufficienza. Una manda il marito come teste, e quello le ritorna
con la testa piena di stagiste. La prossima volta, gli mando dietro la Miss:
futuro avvocato, al momento è un’ottima sorvegliante e funziona da dissuasore
per le distrazioni, anche visive. Ambosessi, ahimé!
“Mamma,
papà, siete troppo vecchi per queste cose! E poi non mi fate ridere… Non ci crede nessuno. Il tradimento non è roba per voi! ”
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