Avversità: climatiche e non solo
“Com’è
andato il compito di geometria?”
“Boh!
Io l’ho svolto tutto, senza difficoltà. Quando lo consegna ti so dire…
Comunque, il preside ci è venuto a fare un c…o così.”
“Perché?
O meglio, perché, stavolta…?”
“Perché
c’è gente che butta roba nei radiatori e li manda in avaria!”
“Ma
sono scemi???”
“Già.
La settimana scorsa eravamo in classe con i giubbotti addosso. A me tremavano un
po’ le mani. Così mi sono messo a fare così: (inizia a scuoterle tipo delirium
tremens)”
“Scemo…”
“Ma
che scemo e scemo. Se le scuoto si riscaldano: lo fai sempre anche tu, quando
sei in montagna!”
“Mhm.
Solo che lo faccio in ghiacciaio, a meno venti, io. Mi sa che esageri.”
“Ah,
sì? Allora sappi che durante la verifica di matematica il termo accanto a me è
esploso.”
“Esploso???”
“Appunto.
Un botto così, poi un fumo nero che per poco non ci intossica. Arriva il
tecnico, col fiatone, borbottando rischio
incendio, rischio incendio!”
“Cose
pazze…”
“Ecco,
appunto. L’atmosfera giusta per rendere al meglio durante una verifica!”
“Chissà
cosa mi dirà oggi la prof, al ricevimento…”
“Oddio,
il ricevimento generale… Io vado a chiedere asilo politico in Cambogia!”
Detto
ciò, sparisce dalla mia vista, lasciandomi sola e preoccupata. Secondo la sua
tesi, i quattro e mezzo che mi sta portando sono nella media alta della classe:
pare che arrivino uno e due come se piovesse.
Io
quasi quasi mi faccio un cicchetto, prima di partire…
Incrociate
le dita per me!
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