Generazioni a confronto
Quando
sparisco per un giorno intero, c’è sempre Jurassico di mezzo. L’uomo mi
sequestra, portandomi con sé qui e là: e nella più classica forma di sindrome
di Stoccolma, la qui presente Mpc non chiede di meglio che di esser rapita in
questo modo.
Ieri,
dopo una giornata passata a vagabondare per mezza Italia, giacevamo riversi sul
divano, sul punto di abbandonarci al sonno; la nostra attenzione è stata
risvegliata dal passaggio di un filosofo, intento a prepararsi per un evento:
il suo secondo anniversario con la morosa.
Quando
ne parla, il nostro riservatissimo filosofo non può controllare la luce
speciale che gli illumina gli occhi: una luce che mamma e papà sanno
riconoscere al volo. Con un’infinita tenerezza nel cuore.
Sparito
il ragazzo, suo padre mi guarda negli occhi: e rivedo, preciso preciso, lo
stesso sguardo di suo figlio. Che poi è lo sguardo del nonno, quando guarda la
nonna.
Tre
generazioni diverse, un solo modo di volersi bene: qui s’invecchia, senza
ossidarsi.
E’
bello essere una coppia, quando funziona così.
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