Attacchi in formazione
Qui
siamo sotto attacco. Vietato avventurarsi in giardino: come metti piede fuori,
commandos di zanzare ninja si avventano su di te, crivellandoti di morsi. Nulla
le ferma: uno dovrebbe fare il bagno nel repellente, anche se deve solo
ritirare il bucato dai fili.
Ieri
sera, per esempio, ho precettato il gaglioffo per aiutarmi a ripiegare le lenzuola
asciutte: dopo due minuti, eravamo ridotti come due colabrodo. Sia stata la
fretta di fuggire, oppure l’inesperienza del mio collaboratore, fatto sta che,
a operazione completata, mi sono trovata fra le mani un origami.
Mio
figlio, saggio, ha ribattuto alle mie proteste: “Mamma, che differenza ti fa, una
volta messe nel letto? Mica ci vai a ballare, con le lenzuola…”
Aveva
ragione. Una bella pressata a mano, e l’origami è finito nell’armadio. Con
questo caldo, riduco al minimo sindacale anche l’utilizzo del ferro da stiro.
Dopo
un’oretta circa, incidente diplomatico: un amico lo invita a fermarsi a dormire
a casa sua. Il nostro invia Jurassico una richiesta di permesso, alla quale l’interessato
risponde con un laconico: “Chiama sua madre”, rivolto a me.
L’esperienza
ci insegna che i contatti fra genitori sono molto produttivi: se i figli si coalizzano
contro i genitori – e accade sempre… - l’alleanza fra genitori può essere
altrettanto fruttifera, se non di più. Un attacco in formazione, da più fronti, è più efficace che giocare in difesa.
Eseguo
l’ordine, scoprendo così che l’amico in oggetto si sta segnalando per
nullafacenza in matematica: motivo per il quale la madre, dopo un colloquio con
l’insegnante che lo segue, era scesa sul piede di guerra. Proprio ieri sera.
Va
da sé che la trasferta del nostro rampollo è stata rinviata a data da
destinarsi.
Al
suo rientro alla base, il giovane ha trovato due genitori ben decisi a
chiarirgli alcuni fondamentali concetti; primo fra tutti: se i tuoi amici
zoppicano, meglio che non li imiti. Altrimenti, passi un guaio.
Il
gaglioffo scuote la testa, guardando suo padre, seduto in cucina con l’aria torva.
“Papà,
stai tranquillo. Lo so che ormai sei entrato in campo tu... Come ogni volta che
la situazione si fa pericolosa. Ma guardati! Guarda che faccia… TU FAI PAURA!
Non vi preoccupate: ormai l’ho capita, che mi devo impegnare. Forse sono
cresciuto, e non più solo di statura… A proposito, domani che facciamo, mamma?”
Mio
figlio ogni tanto riesce a sorprendermi. In questo periodo, le sorprese non
finiscono mai: d’improvviso, matematica e geometria sono diventate quasi un
gioco di abilità. Come per incanto, farlo stare un paio d’ore sui libri non è
più una fatica immane.
E’
un po’ deprimente, dopo ore spese a spolmonarmi in spiegazioni, rimbrotti e
correzioni, scoprire che l’elemento cruciale è la faccia da cerbero di
Jurassico: ma quel che conta è il risultato. Auguriamoci che sia stabile,
stavolta…
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