Rientro alla base e misteri irrisolti

Siamo tornati. 
In previsione del traffico folle del fine settimana, in considerazione dello stato di saturazione dei due giovanotti: "Ma a te quanto mancano, i gatti? Io non vedo l'ora di rivederli...", e per raggiunto livello di non ritorno di Jurassico, ieri abbiamo viaggiato tutta la giornat per rientrare alla base entro notte. 
Durante il tragitto, la nostra colonna sonora sono stati i tormentoni dell'estate. I due ragazzi e io ci davamo alla pazza gioia, chiacchierando come cinciallegre e prendendoci reciprocamente in giro per i gusti musicali, quasi mai coincidenti. Un mercato rionale, all'ora di punta. 
A differenza del resto della famiglia, Jurassico manteneva il più stretto riserbo, guidando impassibile, senza proferire verbo nè accennare a un sorriso. Manovre a parte, pareva morto. 
All'altezza di Bologna, il gaglioffo ha rilevato la cosa: "Papà, ma tu provi emozioni? Si vede che sei un medico... Sei lì, glaciale, che guidi senza muovere un muscolo del viso."
Papà emette un grugnito, e nulla più. 
Il giovanotto non si scoraggia: "Io sarò più partecipe. Già mi vedo: quando mi porteranno un animale ferito, esclamerò: - Vieni qui, tesoro... Ti fa male la zampina??? - e poi lo curerò. Ma guarda la mamma, che non riesce a tenere la gamba ferma... Lo vedi, che Danza Kuduro è irresistibile???"
Ebbene sì. Sarà stata la mancanza di sonno - tre notti con quell'iradidio del gaglioffo, come compagno di letto, atterrerebbero un elefante - ma credo di avere toccato il fondo, durante queste vacanze. Tra l'altro, parevo morsa dalla mosca tse-tse: mi calava la palpebra già alle nove di sera. L'intera famiglia si prendeva gioco di me, per questo. Figuriamoci ieri, che al resto si è aggiunto il viaggio...
In un modo o nell'altro, la distanza fra noi e casa è stata coperta in giornata e abbiamo raggiunto la Stamberga alle undici. 
Ivi, come già preannunciato dall'interessato, il filosofo stava tenendo un festino con gli amici. 
Segni di libagioni ottime e abbondanti dovunque  - "Mamma, domani sistemo, d'accordo...?" - gatti sparsi per casa, qui e là, solita raccolta di rifiuti riciclabili ammonticchiati in postazioni strategiche,  scorte alimentari vicine allo zero. Assoluto.  Niente di nuovo sotto il sole, insomma. 
Esauriti da 1200 km di percorso, ci siamo inumati immantinente nel talamo, perdendo coscienza quasi all'istante. Le considerazioni del caso le abbiamo lasciate al giorno successivo. 
Ecco cosa ci attendeva. 
Mistero insondabile: "Perché di una parure matrimoniale è stato lavato solo il lenzuolo di sopra?"
"Perché ci ha dormito il gatto, mamma. Il resto era pulito..."
"E perché, di tre federe, hai scelto la più piccola per ficcarci dentro il cuscino più grande della casa?"
"Ih, ih, ih..."
"Tutto questo diventerà un post, sappilo."
Sorriso divertito. 
Il mistero rimane irrisolto: come gli sia stato possibile dormire su un cuscino ridotto come un cotechino non lo voglio nemmeno sapere. Mi basta, per comprendere il livello di degrado in cui versano mio figlio e i suoi numerosi amici,  interpretare gli inequivocabili segni lasciati alle loro spalle dai festaioli: polverina (di the alla pesca) abbandonata in cucina, coca (cola) lasciata a metà  in sala da pranzo, una confezione di caramelle gommose, di marca sconosciuta, appena intaccata e gli  inequivocabili segni di una bisca clandestina. Una scatola di Trivial Pursuit e un'altra di... Scarabeo. Roba pesante, come si vede.
Certo che mio figlio frequenta di quella gente... sono angosciata per il suo futuro. Dove lo condurranno, certe pessime compagnie? 
Al suo risveglio, il manigoldo nota una copia dei "Marmocchi", appoggiata al comodino di papà. 
"Wow, il libro della mamma... Questo adesso me lo leggo!"
Passa circa mezz'ora. Ci incontriamo sulla scala, dove mi aggredisce: "Mamma, ma non riesco a leggerti!"
"Perché?"
"Scrivi troppo difficile! Cos'è un'erinni? E cosa vuol dire destino cinico e baro? Dovrei usare il vocabilario per 200 pagine! Potrei morire..."
"Ossignore. Intanto, prova a sfruttare i vocabolari on line e Wikipedia, che sono di facile consultazione. E poi prova a prcedere oltre pag.1, che magari le cose migliorano..."
Esco a fare due commissioni. 
Appena torno, la belva mi accoglie con una specie di abbraccio. 
"E allora? Come va la lettura?"
"Benissimo! Sono già a pagina dieci..."
"Un vero successo. E...?"
"E... Sì. Mi fa ridere. Lo ammetto."
Se abbiamo il placet del gaglioffo, il buffone di casa, da qui in poi dovrebbe essere tutta in discesa. 
Ora, restiamo in attesa del giudizio di Jurassico. Il quale non solo non ha ancora letto una riga di quello che ho scritto: ha addirittura voluto una copia con dedica dell'autrice, prima di iniziare la lettura. 
Pare che inizierà stasera: vi terrò informati sui suoi commenti. Promesso.




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