Doni inaspettati

Ma che bella festa: c'è qualcuno, a Casa per Caso, che ha deciso di celebrare il centocinquantesimo in grande stile.
E' - circa - l'alba: ore otto e mezzo; tutto tace, nella Bicocca Urlante. Le belve sono addormentate, il marito si sta vestendo per la partita di tennis di metà mattina, la sottoscritta già ronza qui e là, divisa fra panini dolci da impastare e casa da riordinare. Il figlio filosofo, unica eccezione alla regola, è già in piedi, pronto per affrontare un'altra giornata di studio. 
D'improvviso, qualcuno bussa con urgenza alla porta della mia camera: è appunto lui. Il filosofo. 
"Che c'è?" m'informo, vagamente preoccupata dall'espressione scura del soggetto. 
"Vieni giù. Subito, per piacere." è la risposta, pronunciata con tono che non ammette replica. 
Appoggio il latte detergente e mi appresto a seguirlo. Dal piano inferiore, intanto, giunge il grido di Jurassico: "Mamma, mamma, vieni in lavanderia! E' successa una cosa grave..."
Mannaggia, la lavatrice, l'asciugatrice, la caldaia... cosa sarà schiantato, stavolta? mi chiedo, con angoscia. Ci manca solo che mi si spacchi qualcosa nel fine settimana più lungo del semestre... 
Arrivo a destinazione e faccio per entrare, col fiato sospeso. 
I miei due uomini, piantati di fronte alla soglia, tipo sipario, si scostano, aprendomi un varco, indicandomi con gesto plateale il pavimento. 
AAAAAARRRRRGGGGHHHHHH!!!!! Il mio ululato scuote la casa dalle fondamenta.
Vigliacchi. Lo sanno, i vermi, come terrorizzarmi...
Un topo morto. 
Davanti alla scarpiera, giace il cadavere di un sorcetto di campagna, arrivato lì in bocca al gatto, non c'è dubbio.
Di nuovo, accidenti! Quel selvaggio di Poppi ha colpito ancora: una volta mi porta trionfante una lucertola con la coda mozzata, che ancora si dibatte fra le sue fauci, un'altra schizza in cucina, stringendo tra i denti un tordo (vivo), che sparge piume per ogni dove, strillando come un'aquila, per finire con il tiro mancino giocato a Silvia. 
Il mefistofelico felino le aveva organizzato un comitato di accoglienza a base di fusa e... serpenti. 
Già. Serpenti: per dimostrare il suo gradimento all'ospite, infatti, aveva abbandonato sul tappeto del salotto, a mo' di presente, un orbettino. L'episodio è ancora vivo, nella memoria della poveretta, che ben si guarderà dal rimetter piede da noi, temo. 
Stamattina, intanto, nonostante le mie urla si siano levate tanto alte da da svegliare i morti, al piano superiore nessuno dà segni di vita. Forse abito con degli zombi. 
Quanto al gatto, sto allevando uno Sterminator: più che un felino, una macchina da guerra. 



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