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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

Mpc e la burocrazia

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E' sempre stato così. Le carte mi mandano in cortocircuito il cervello: meno le maneggio, meglio è.  Ho spedito una raccomandata alla Telecom, allegando una riga di documenti scannerizzati.  Tutta orgogliosa di me e della mia performance tecnologicamente corretta, ho lavorato dal mio account di casa, sentendomi proiettata nel futuro.  Mandare una RR direttamente dalla mia scrivania, senza dover uscire di casa e fare la fila... Una conquista epocale, per una che fino a quattro anni fa era ancora ferma al cellulare a conchiglia.  Dopo qualche giorno, mi è arrivato l'avviso di ricezione. Un sottile senso di trionfo mi ha pervaso, fino al giorno in cui mi ha telefonato mia cognata.  "Sai, ho dovuto rifare la raccomandata per il telefono di papà. Dicono che non si leggeva bene la data di scadenza del documento di Giuseppe..."  "Bah, magari era un po' chiara la fotocopia. Che seccatura, però!"  "Già. Pazienza, va'..."  L'altro

Pantere grigie

O rosso menopausa. O biondo di bottiglia, quasi mai nero corvino, perché dopo i quaranta non ci crede più nessuno, ma insomma.   Parlo di noi signore un po' agée, in zona menopausa e oltre.   A volte molto oltre.  A ppesantite dagli eventi o rinsecchite dalla vita, solcate dalle rughe e in procinto di franare. O già smottate di brutto, per età, sfiga o genetica.  Ci distinguiamo per la nostra eleganza sobria, per la piega moderata, per i gioielli in oro giallo. Già, quella roba che le giovani snobbano e noi insistiamo a portare, perché dietro a quel fulvo che a mia figlia sembra tanto sfacciato c'è tutto l'amore di suo padre, il grazie di una zia, l'orgoglio di una mamma quando l'hai resa nonna.  Mi rifiuto.  Mi rifiuto di fingere di esser ciò che non sono, di scimmiottare una moda che farebbe di me una marionetta anacronistica,  di simulare un'assenza di degrado alla quale sarei la prima a non credere.  Sono vecchia e me ne vanto.  Ebbene sì, ne

Ricordi d'infanzia

"Te lo ricordi di quella volta che mi hai messo il cerotto, Vale...?" "Sì! Ahahah!!!" La Miss e il gaglioffo si scambiano ricordi, dei quali la sottoscritta non serba minima traccia.  "Mamma, una volta mi ero sbucciato un ginocchio e mi sono fatto curare da mia sorella. Poiché le nostre conoscenze mediche derivavano dai cartoni animati, mi ha messo sulla ferita due cerotti messi a croce. Chissà perché nei cartoni li mettono sempre così?" "Boh!" "Boh..." "Boh." "Comunque, io ero molto orgoglioso della medicazione fatta dalla mia sorellina e non me la sono voluta togliere finché non si è incollata... Poi hai dovuto levarmela tu, mamma, e mi hai scorticato! Me lo ricordo ancora..." "Avrai fatto infezione. Oppure il cerotto ti si è incollato alla ferita, capita a volte. Quando lo togli può far male, in effetti!"  "Ah, che infanzia piena di pericoli la mia!"  Un lieve senso di colp

Atti simbolici

Che soddisfazione, gente, che soddisfazione.  Ieri ho compiuto un atto simbolico, con il quale sento di aver rialzato le quotazioni del femminismo italiano: ho riparato l'armadietto della cucina.  Ebbene sì, ormai la Stamberga perde pezzi: esausta per essersi aperta e chiusa milioni di volte, la cerniera dello sportellino del pattume l'altro ieri è schiantata.  Memore di come, cinque anni fa, figlio e marito fossero andati a procacciarsene due nel Vicentino, sono andata a ripescare quella inutilizzata in un armadio. Non mi ricordavo dove fosse stata messa, ma so come ragiono, e non è stato difficile reperirla. Jurassico, mentre io la disseppellivo, non era riuscito nemmeno a disseppellire nella memoria l'episodio del suo acquisto.  Quando, trionfante, ho agitato il trofeo davanti al suo naso, ha dichiarato: "Sabato te la sistemo!" E invece... Munita di pinze, cacciavite e tanta buona volontà, ho smontato lo sportello, svitato la cerniera vecchia, l

Il polpo della discordia

Giuro, non avrei mai pensato che il banco del pesce potesse essere un potenziale focolaio di conflitti. E invece... La tizia prima di me si compra quattro cefali e due orate, operazione per la quale tiene impegnato il pescivendolo per circa un quarto d'ora. La piattaforma d'intesa messa su da quei due farebbe invidia alla Camusso: dalla coda alle interiora, dalle squame alla cottura, non c'è aspetto della questione ittica che non abbiano affrontato.  La signora è - dichiaratamente - un'incapace in cucina, il commesso un po' inesperto: e mascherano la loro incompetenza parlando, parlando, parlando.  Un incubo, specialmente se si pensa che fuori si sta scatenando l'inferno e la sottoscritta vorrebbe andare a verificare i danni...  Nessuno, per fortuna e per la cronaca.  Dal magazzino spunta un altro commesso, mosso a pietà, e mi chiede di cosa ho bisogno. Io sorrido e indico un polpo. Non l'avessi mai fatto! La logorroica individua alla mia destra s

Stiamo calmi... Non è una guerra

Ci risiamo. Anche l'ultimo plotone dei richiamati è partito: è ripresa la scuola.  In tutte le regioni, a tutte le età, ormai le cartelle sono tornate in funzione, i battenti scolastici riaperti, e l'alba precoce, segnata dal suono della sveglia a ridestare un esercito di studenti e scolari, ha sostituito le pigre giornate estive.  Si ripeteranno i drammoni di sempre, le maestre da scannerizzare, i libri da ordinare, i quaderni-copertine-matite-pastelli-pennarelli multisize da acquistare. Il pomeriggio del primo giorno di scuola, tutti assieme. Mai che una maestra abbia l'accortezza di consegnare l'elenco del materiale necessario assieme a quello dei compiti per le vacanze, alla fine dell'anno. Così oggi si vedranno squadroni di madri impegnate a rubarsi l'ultimo quadernone di Violetta rimasto, mentre pochi, sparuti padri si interrogheranno a vicenda, a bassa voce per non farsi riconoscere: "Cos'è il quaderno architetto?" Le madri ieri avr

Essere o non essere per sempre fedeli alla carta...

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... questo è il dilemma. Se sia più nobile d'animo insistere a invadere la nostra casa con tonnellate di carta, o prender l'arme contro un mare di polvere e disperderlo grazie ai libri elettronici.  Morire, circondati da torri di libri, dormire, col profumo di pagine nuove a cullarci, forse sognare. Sognare una carta tangibile ma priva di peso, fiutabile ma scevra d'ingombro, godibile senza abbattere intere foreste... Scherzi a parte, gente, ormai il problema di libri era diventato un dramma, a Casa per Caso. Centinaia di libri sparsi in otto librerie differenti, e ancora lo spazio era poco. Quintalate di carta stampata trasportate su gomma, ogni volta che partivo per le vacanze: Jurassico faticava a tenere il camper in strada, a causa del numero sempre crescente di tomi che viaggiava con me.  L'anno scorso mi sono piegata, e l'ho comprato, il famigerato lettore di carta virtuale. Il che non mi ha affrancato del tutto da quella reale, ma ha arginato in mod

Siamo tutti troppo presi

Presi dal vortice degli impegni, oberati dai problemi, soffocati dalle incombenze e preoccupati per il presente o per il futuro. Così finiamo con il crollare ogni sera davanti alla tv, magari vegetando in quel modo anche nei fine settimana. Grazie, no. Non voglio finire come una pianta grassa. Tutto sommato, meglio diventare una vecchia signora grassa. Ho ricominciato a sentire gli amici, quelli cari, quelli sicuri. Quelli che quando ti rivedi anche dopo anni pare tu ti sia lasciato il giorno prima. La mia pseudo dieta ne risentirà, piangerò lacrime di coccodrillo ogni volta che salirò sulla bilancia... Ma vuoi mettere la soddisfazione? Due piatti, un bicchiere e tanto affetto, comprensione, condivisione. Serate così sono come le ciliegie. Una tira l'altra. Difatti ho già mandato un messaggio ad altri amici e altri ne manderò. Confido nell'effetto sasso nello stagno...

Una settimana di fame e ginnastica

E ho perso un chilo. Vado a cena fuori due volte di seguito e ne piglio due. La vita è ingiusta.

Come vorrei...

... non aver sempre qualche nuovo problema sotto i ferri. Ogni volta che ho creduto di essere giunta  al traguardo, qualcosa o qualcuno ha spostato più in là il nastro d'arrivo.  ... poter contare sul buon senso di chi ha in mano la vita degli altri. Sono troppo stanca di subire, direttamente o indirettamente, le conseguenze dell'altrui tendenza a giocare d'azzardo. Dissipando la serenità degli incolpevoli, tra l'altro.  ... poter credere ai vecchi proverbi. Chi rompe paga e i cocci sono suoi, per esempio. Così mi avevano raccontato. Come mai ora, quando in teoria dovrei starmene un po' tranquilla dopo tanto faticare, sono piegata a novanta, per raccattare i cocci ammucchiati dagli altri?  ... avere la colla giusta per rimetterli assieme, i cocci di cui sopra. Più passano gli anni, più mi è difficile pensare di ricostruire sulle macerie. Soprattutto pensando a quanto mi era costato costruirlo, l'edificio buttato giù dall'insipienza altrui. 

Ultimi giorni d'estate

L'estate è agli sgoccioli. Un'estate triste, davvero da dimenticare, funestata da eventi luttuosi, problemi pesanti e con pochissimo tempo per recuperare. A volte, la vita è davvero dispettosa.  Ecco perché cerco di concentrarmi sui momenti migliori, cerco di godermi gli sporadici sprazzi di gioia pura, mi riempio gli occhi delle cose - e delle persone - che amo.  Questa lunga estate triste qualche attimo magico me l'ha regalato: qualche giorno da sola col mio amore, a camminare in silenzio sulle orme dei nostri soldati, in montagna. Strade impervie, gallerie scavate tra le rocce, opere ingegneristiche mirabili, per salvare il nostro Paese da un destino di schiavitù. Sarà che i miei figli hanno l'età di quei giovani, quando aggredivano la montagna per meglio poterla difendere, ma non riesco a non pensare a quante vite sono passate, e si sono spente, su quegli splendidi sentieri.  Poi ci sono le risate rubate, sbirciando il profilo Facebook di un figlio lontano, o