Il polpo della discordia

Giuro, non avrei mai pensato che il banco del pesce potesse essere un potenziale focolaio di conflitti. E invece...
La tizia prima di me si compra quattro cefali e due orate, operazione per la quale tiene impegnato il pescivendolo per circa un quarto d'ora. La piattaforma d'intesa messa su da quei due farebbe invidia alla Camusso: dalla coda alle interiora, dalle squame alla cottura, non c'è aspetto della questione ittica che non abbiano affrontato. 
La signora è - dichiaratamente - un'incapace in cucina, il commesso un po' inesperto: e mascherano la loro incompetenza parlando, parlando, parlando. 
Un incubo, specialmente se si pensa che fuori si sta scatenando l'inferno e la sottoscritta vorrebbe andare a verificare i danni... 
Nessuno, per fortuna e per la cronaca. 
Dal magazzino spunta un altro commesso, mosso a pietà, e mi chiede di cosa ho bisogno. Io sorrido e indico un polpo. Non l'avessi mai fatto! La logorroica individua alla mia destra si volta furiosa verso di me e mi strilla: "NO!!!!" 
Io e il commesso restiamo interdetti e la guardiamo interrogativi. Quella, con aria furibonda mi fissa e dichiara, stentorea: "C'ero prima io!!!" 
Nel frattempo il giovane intento a servirla sta sventrando cefali e orate. 
Il mio commesso, confuso, le chiede: "Ma non la sta servendo il mio collega?"
"Certo! Ma io voglio anche quel polpo e lo dà a me perché sono arrivata prima della signora!!!" 
Quella microcefala riteneva di avere diritto di prelazione su tutta la fauna dispiegata su ghiaccio. Pensa se fossimo stati in tre al banco, in contemporanea... Da metterci i semafori. 
Il povero commesso cambia tinta, e le propone di decongelarle il fratello del cefalopode conteso. Naturalmente la signora inveisce che non intende aspettare nemmeno cinque minuti, perché di colpo scopre di avere una fretta dannata. 
La sottoscritta, nel frattempo, accarezza l'ipotesi di prendere la piovra, ancora congelata, e usarla come corpo contundente.
Il mio commesso è palesemente disperato, l'altro rimane ostinatamente voltato, come il caso non fosse suo. La signora è pronta alla pugna, è evidente. 
Io mi impietosisco, rinuncio a discutere e chiedo di darmi due seppie. Un altro po' e il commesso me le cucina lui, da quanto mi è grato... 
Col bottino nel carrello, la virago sparisce di scena, ostentando l'aria trionfante del cretino convinto di aver tutelato un suo sacrosanto diritto. Appena se ne va, commento con il gentilissimo signore che mi sta spezzettando la cena: "La signora non sa vivere, oltre che cucinare. E non è mai stata dietro un banco, per come si comporta. Comunque, non ho discusso solo per rispetto nei vostri confronti... L'avrei presa a pedate nel sedere!" 
Il commesso mi consegna le seppie con un sorriso sardonico, e poi mi ringrazia almeno tre volte. Credo che, d'ora in poi, avrò la certezza di avere sempre la scelta migliore, al banco del pesce di quel supermercato...
Certo che la gente è proprio suonata. Me ne convinco ogni giorno di più. 

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