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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

Dopo l'uomo col cappello...

… abbiamo la bicicletta con l’ombrello. Definizione questa data da una pensionata ultrasettantenne alla propria utilitaria d’antan.  Peccato che la suddetta utilitaria sia utile soprattutto a far perdere il senno a chi si trova nella sua scia, specie se è di fretta. Sarà che l’età media si sta alzando, sarà che rinnovano la patente senza obiezioni anche ai novantenni, ma mi capita sempre più spesso di trovarmi davanti al paraurti una di queste disgrazie a quattro ruote. Apparentemente  limitate da un blocco automatico inchiodato sui trenta km orari, le infami procedono a zig zag, aggrappate al volante; se e quando notano nello specchietto retrovisore il muso (incazzato) di chi le segue, non accelerano. Rallentano ulteriormente, spostandosi a destra; solo che per superarle l’infelice dovrebbe violare mezzo codice stradale, oltre a stritolarle con la fiancata per mancanza di spazio. Ipotesi che talvolta la sottoscritta si sorprende ad accarezzare, lo confesso. Non paghe di creare un

Violenza domestica

“Nooooo!!! Lasciami stare!!!! Aiuto, qualcuno mi soccorra... Sono in pericolo!!!!!” “Vieni qui, coraggio. Questa non è più faccenda procrastinabile. Dobbiamo procedere.” “Perché, perché, perché? Perché mi devi far del male? Perché mi devi deturpare, donna crudele?” “Piantala di fare la vittima. Se smetti di agitarti come un’anguilla non si vede perché debba farti male. E poi così non ci rimani, punto. Sembri Shaggy!” (Per chi mancasse delle necessarie basi di cultura classica per capire il riferimento: personaggio di Scooby Doo. Vedasi al link: http://it.wikipedia.org/wiki/Shaggy_Rogers “Violenta. Ho una madre violenta e prevaricatrice. Adesso chiamo il Telefono Azzurro!” “Va bene. Dopo telefoni. Intanto stai fermo e lasciami lavorare!” Pausa agitata, durante la quale lotto strenuamente contro la scarsa collaboratività di un gaglioffo in tempesta e la resistenza passiva delle sue chiome, ormai ridotte a un ammasso di ciuffi fuori controllo. Tra scimmie e cespugli

Gioie della vita di coppia

Qualche volta vorresti avere del tempo per te, un tempo rispettato e non continuamente eroso dalle pretese altrui. Qualche volta vorresti smettere di metterti nei panni degli altri, e che qualcuno provasse a mettersi nei tuoi. Qualche volta vorresti poterti distrarre, staccando completamente la spina e facendo qualcosa di rilassante e piacevole, senza pressioni esterne. Qualche volta sei talmente generosa che - invece di prenotarti una tre giorni in una spa, in santa solitudine -   organizzi una due giorni di relax con l’amato bene. Che già così facendo ti freghi ventiquattro ore, ma cosa sono di fronte all’Ammmore? Il quale amato bene decide di fare il grizzly proprio quel fine settimana lì. Da vederlo, il Jurassico in vestaglia, versione terza età avanzata, tazza di the regolamentare, faccia da vittima immolata ancora più regolamentare, che ringhia: “Allora? Che vuoi fare? Dove ti devo portare? Io faccio quello che mi dici!” L’entusiasmo vola. Un’adesione così sponta

Molto meglio

Ebbene sì, avete ragione: mi sono proprio arrabbiata. Tanto per chiarire, non ce l’ho con qualcuno in particolare. Mi ha semplicemente stancata il fatto che sempre più gente si ritenga in diritto di tralasciare con me le regole della buona educazione. Ci sono comportamenti che denotano una totale mancanza di rispetto nei confronti dell’altro: e allora non è più una semplice questione di forma. La forma, in questi casi, diventa sostanza. Ed è tale sostanza a offendermi. Il problema è tutto qui: se sei tipo da non raccogliere le provocazioni, da evitare guerre di religione, da cercar sempre di andare incontro alle esigenze degli altri per non creare tensioni, questi personaggi ti prendono per scema. Bene, non ho più intenzione di recitare questa scomoda parte. Altrimenti ‘sto sciame di formiche rosse che mi pizzica le caviglie finirà con il mandarmi al manicomio. Non ci vuole molto: appena ti pestano un piede, glielo fai notare. Se si avvicinano di nuovo, chiarisci bene il c

Fine degli sprechi energetici

Mi hanno seccata. Mi hanno seccata gli egocentrici, i prepotenti, i narcisisti e i pettegoli. Mi hanno scocciata i malmostosi, gli autocommiseratori inesausti, i demolitori sistematici dell’altrui pace, gli egoisti e gl’invidiosi. Non ne posso più di gente scontenta di se stessa, di quel che fa e di ciò che ha, che ti viene a fare i conti in tasca e nel cuore e decide che hai troppo. Che sei troppo fortunato e quindi devi pagare. Sono stufa dei vigliacchi: personaggi che non avrebbero mai il coraggio di affrontarti a viso aperto e preferiscono cercare di demolirti a suon di giudizi sommari, interpretazioni malevole e infami calunnie. Mi danno la nausea le serpi, gli sciacalli, le faine e i topi di fogna. Con tante scuse ai sunnominati animali, i quali almeno hanno l’attenuante di non possedere un’intelligenza superiore. Quando stai a ground zero la gente al massimo ti commisera, congratulandosi con se stessa di stare meglio di te. Se hai bisogno di appoggio e conforto,

Non scrivi più?

Dritta al punto. Sintetica ed efficace, la lettrice che mi interroga nel commento di ieri sera (appena pubblicato, tra l’altro). Mi sono presa una pausa. Una pausa durata un po’ più del previsto, a dire il vero. In realtà, di cose da scrivere ne avrei parecchie: forse è proprio questo il problema. Ci sono cose delle quali in un blog non si può parlare: per discrezione, rispetto della privacy, a volte persino per carità cristiana… E se sono proprio quelle che ti riempiono la vita e ti gonfiano il cuore, diventa difficile anche scrivere. Aggiungetevi che sono stata indaffarata oltre i limiti di guardia, ed ecco spiegata la mia prolungata latitanza. Comunque sia, rieccomi qui. Spero che sia l’occasione per riprendere le buone abitudini: piace un sacco anche a me avere a che fare con voi, che vi credete? La tastiera mi serve parecchio: ticchettando con voi e per voi, smaltisco tensioni, ridimensiono problemi, riesco a individuare il bello e il buffo in ogni situazione nella qu