Non scrivi più?



Dritta al punto. Sintetica ed efficace, la lettrice che mi interroga nel commento di ieri sera (appena pubblicato, tra l’altro).
Mi sono presa una pausa. Una pausa durata un po’ più del previsto, a dire il vero.
In realtà, di cose da scrivere ne avrei parecchie: forse è proprio questo il problema.
Ci sono cose delle quali in un blog non si può parlare: per discrezione, rispetto della privacy, a volte persino per carità cristiana… E se sono proprio quelle che ti riempiono la vita e ti gonfiano il cuore, diventa difficile anche scrivere. Aggiungetevi che sono stata indaffarata oltre i limiti di guardia, ed ecco spiegata la mia prolungata latitanza.
Comunque sia, rieccomi qui. Spero che sia l’occasione per riprendere le buone abitudini: piace un sacco anche a me avere a che fare con voi, che vi credete? La tastiera mi serve parecchio: ticchettando con voi e per voi, smaltisco tensioni, ridimensiono problemi, riesco a individuare il bello e il buffo in ogni situazione nella quale sono coinvolta…
Meglio che riprenda, va’.
Da dove iniziare?
Dal riassunto delle ultime puntate, per esempio. Festività comprese, per dire.
Avete presente quel periodo in cui la gente si lamenta per il precetto del pranzo natalizio tra parenti serpenti, seguito dai disperati racconti di duelli  all’ultima forchetta con cognate vipere, dei miasmi venefici emanati da suoceri tossici, in salsa augurale con dozzine di   pseudo amici che nella vita reale non vedi da secoli, manco in fotografia?
Rabbrividisco, sentendo i resoconti di queste marce forzate tra ipocrisie e coercizioni: un autentico impegno per il fegato. In senso fisico e figurato, a dirla tutta.
Ebbene, noi no. Nulla di tutto questo.
Come ben sapete, la famiglia ha iniziato il processo di frammentazione: e i due figlioli lontani, ovviamente, dove tornano per Natale? Presso la casa del padre. Dove Mpc, in versione cuoca, offre un selezionato menù, scelto tra i piatti preferiti della figliolanza. Invitati anche i nonni, ovviamente: i capostipiti non vanno dimenticati. Il tutto nella più totale libertà: se qualcuno vuole andarsene a sciare con gli amici, liberissimo di farlo. Qui nessuno si offende. Solo che l’occasione è ghiotta, e non solo sotto il profilo alimentare: rivedere tutti i fratelli assieme è una festa nella festa. E chi è tanto scemo da perdersela?
Bella la vigilia solo noi sei, nel nostro ristorante preferito, con tanto di caminetto acceso:  i ragazzi radiosi, che muoiono dalle risate raccontandosi le ultime che gli son successe; delizioso il pranzo di Natale, in dieci attorno al nostro tavolone, coperto di ogni ben di Dio, in un’atmosfera di amore soffuso, senza inquinamenti fatti di gelosie, rancori e incomprensioni. Sembra che tutto il bene seminato con tanta fatica da Jurassico e da me, per tutti questi anni, abbia dato i suoi frutti tutti in una volta.
I problemi, le preoccupazioni, gli interrogativi angosciosi sul futuro? Scomparsi.
Quattro ragazzi bravissimi ( e pure bellissimi, lasciatemelo dire!), sereni e contenti, messi lì apposta per scaldare i cuori delle due generazioni precedenti. Cosa vuoi di più dalla vita?
Gli amici. Già, proprio quelli: quelli che li senti e li vedi sempre, e non solo perché ti inseriscono nella mailing list degli auguri. Quelli che se hai bisogno ci sono, ci sono stati e ci saranno. Quelli per i quali ci sei, anche solo per una parola.
I tortellini con il cappone il giorno di Santo Stefano, sentendosi in famiglia come fossimo con la nostra; il Capodanno con la banda di sempre, a brindare e tirare tardi, rammaricandosi solo per una cosa: l’assenza di Antonella, atterrata da una malefica influenza, dotata di un tempismo a dir poco disdicevole.
Per finire, una minivacanza in Toscana, breve ma intensa: una parentesi di sole sfolgorante ritagliata in un periodo di pioggia battente. Sovano, Sovana, Pitigliano: una full immersion tra Etruschi, borghi medievali e rocche turrite, assieme ad Angelo e Antonella.
Talmente bello da far diventare romantiche persino due coppie di vecchi pennuti come noi: mano nella mano, a scambiarci sguardi teneri con i rispettivi amati, che manco fossimo due coppie di giovani in viaggio di nozze… Da non raccontarla nemmeno, sennò la Miss mi dice che siamo ridicoli.
E come il cacio sui maccheroni, la rimpatriata con gli amici di Scansano. Anni che non ci si vedeva, pareva ci fossimo lasciati la settimana prima. Che serata, ragazzi! Degna conclusione di una sequenza di eventi e incontri entusiasmanti.
Visto?
Vi siete lamentati della mia assenza, e io vi sparo un quadretto che pare una serie di spot: dalla pasta Barilla all’amaro Montenegro, non ve ne ho risparmiata una. Mi sento quasi colpevole… Se vi sembro troppo stucchevole, bannatemi dalla vostra vita virtuale. Vi capirò.
Intanto, ciao e buona domenica. Torno presto: promesso! 
Un abbraccio a tutti



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