Dopo l'uomo col cappello...
…
abbiamo la bicicletta con l’ombrello. Definizione questa data da una pensionata
ultrasettantenne alla propria utilitaria d’antan. Peccato che la suddetta utilitaria sia utile
soprattutto a far perdere il senno a chi si trova nella sua scia, specie se è
di fretta.
Sarà
che l’età media si sta alzando, sarà che rinnovano la patente senza obiezioni
anche ai novantenni, ma mi capita sempre più spesso di trovarmi davanti al
paraurti una di queste disgrazie a quattro ruote. Apparentemente limitate da un blocco automatico inchiodato sui trenta km
orari, le infami procedono a zig zag, aggrappate al volante; se e quando notano
nello specchietto retrovisore il muso (incazzato) di chi le segue, non
accelerano. Rallentano ulteriormente, spostandosi a destra; solo che per
superarle l’infelice dovrebbe violare mezzo codice stradale, oltre a
stritolarle con la fiancata per mancanza di spazio. Ipotesi che talvolta la sottoscritta
si sorprende ad accarezzare, lo confesso.
Non
paghe di creare un corteo funebre alle loro spalle ogni volta che vanno a far
la spesa, le cicliste mancate se incappano in una rotonda cadono
invariabilmente vittime di paresi. Prima di avventurarsi nel carosello,
difatti, le signore in oggetto attendono che la strada sia sgombra: il problema
è che le altre immissioni vomitano un incessante flusso di macchine, destinato
a scemare solo a notte alta. Roba che ti vien la tentazione di passarci sopra tipo tank.
Tutto
ciò per chiarire quali siano i sentimenti da me sviluppati nei riguardi di una
certa tipologia d’auto, prevalentemente guidata da personaggi simili. Tipo mia
zia Gilda, per capirci: una donna che guidava ancora, nonostante non riuscisse
più nemmeno a camminare senza l’aiuto del bastone. Bastone finito chissà come a
bloccare la pedaliera dell’auto, spedita a terminare i suoi giorni contro un
muretto di recinzione.
Esperienza
traumatizzante, direte voi.
Certo,
ma non abbastanza da dissuaderla dal comprarsi un’auto nuova: la vegliarda ha guidato
ancora per qualche mese. Solo il ricovero in una struttura protetta l’ha
scalzata dal posto di guida.
Ebbene,
ora si pone il problema di che fare dell’utilitaria della zia: venderla è la
soluzione migliore.
E
qui qualcuno si è permesso di propormi di acquistarla io: un’auto praticamente
nuova, val la pena disfarsene, e via ragionando.
I
meschini non sanno di aver rischiato una reazione violenta: mi avessero proposto
l’acquisto a prezzo di realizzo di una fornitura annuale di pannoloni per
incontinenza mi sarei offesa meno. Mpc
alla guida di una micro machine rosso Ferrari?! Piuttosto pedone a vita!
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