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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

Fratelli coltelli

I mobilieri hanno quasi terminato il loro lavoro. La casa dell’informatico entro stasera sarà operativa: una quindicina di giorni al massimo e il clan di Casa per Caso perderà il primo pezzo. Ieri sera la Miss ed io siamo andate a sbirciare il work in progress assieme a due amiche: entusiasmo generale, grande approvazione e ammirazione per tutto, da parte di tutte. Stamattina, mi alzo dal letto pensando che ci siamo davvero: per quanto il ragazzo non migri chissà dove, nonostante sia un passo fisiologico e quanto mai opportuno, sempre di distacco si tratta. Impossibile impedire a un pezzetto del cuore di mamma di contorcersi. Così rimuginando, mi trovo di fronte l’oggetto delle mie riflessioni, intento a infilarsi un paio di calzoni. In ingresso. “Ehm… Mi sa che ci stiamo accorgendo che il momento è vicino. Stanotte mia sorella ha dormito con me!” ridacchia lui, indicando la sua camera da letto immersa nel buio.  La Miss è lì, sul lettone, ancora addormentata, me

Al peggio non c'è mai fine

Ennesima figuraccia. Ieri pomeriggio, al supermercato. Conclusa la spesa, mi avvio con un carrello che sembra il Titanic verso l’auto, dove la mia autostima fa – appunto – naufragio. Di nuovo. L’ho fatto di nuovo: ho perso le chiavi! Torno alla cassa dove ho pagato, senza trovarne traccia alcuna. Rovisto in tutti i sacchetti (che sono molti), per verificare se il mazzo si celi, mimetizzato tra il salmone e i formaggi. Zero totale. L’unico operatore attivo a quell’ora mi fissa con autentica compassione; mi offre gentilmente di parcheggiare   la chiatta lì accanto, per permettermi di lanciarmi in un’improbabile battuta di caccia tra scaffali e banchi serviti. Figuriamoci: non cavo un ragno dal buco. Impietosita, una delle commesse mi suggerisce di andare a controllare se l’auto sia chiusa: pare che a lei sia successo di lasciarla aperta, con le chiavi inserite nel quadro. Questa ancora mi manca, ma non possiamo essere certi di non aver ovviato alla lacuna: ecco dunque Mp

Auguri, mia piccola Miss

Lo so, lo so che non sei piccola. Lo so, lo so che non sei mia ( Io sono MIA! protesti sempre, quando papà ed io – ridendo – ti molestiamo con pretese di proprietà nei tuoi confronti…). Lo so che ogni compleanno è un altro passo verso il giorno in cui abbandonerai la stretta della mia mano per spiccare il volo verso la vita. Ma, almeno per oggi, lasciamelo dire: piccola mia. La mia piccola, la mia unica figlia femmina, la mia bellissima Miss. Mi piace crogiolarmi nella rete del nostro affetto, una rete fatta di complicità senza connivenze, di teneri scherzi e affettuose prese in giro, di nomignoli buffi e di comprensione reciproca. Mi piace vederti migliorare di anno in anno, imparando dalle esperienze (anche e soprattutto quelle negative), sempre orientata a qualche progetto e con gli occhi fissi al tuo futuro. Mi piace osservare la tua ostinazione di bambina trasformarsi in determinazione, ora che sei una giovane donna. Mi piace vederti studiare, con incrollabile

A proposito di gatti...

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Anche i gatti se la sono cavata egregiamente in nostra assenza. Unico problema, quando la mamma non c’è, i gatti ballano. L’infingardo certosillo si è abituato a vivere in casa praticamente sempre, mollemente spaparanzato qui e là. Di preferenza sul nostro letto. Ora che sono rientrata alla base e cerco di ripristinare le vecchie, sane regole che vogliono i quadrupedi fuori casa, basta una finestra dischiusa e questo è il risultato: Dodici ore di pennichella non stop. Tra l’altro, il vile comprende che se mai mi riesce lo sbatto fuori di casa (dove c’è lui i divani non sono al sicuro…) e quindi scappa come una furia, saltando sui sofà come una molla e sfrecciando da un lato all’altro della casa come un ghepardo. Jurassico, preoccupato per l’arredo e per la sua auto, lo insegue minacciandolo di farlo arrosto. Ma quando finalmente riusciamo a defenestrarlo, non riesce a trattenersi dal ridere: “Indemoniato. Hai un gatto indemoniato!” Già. Solo che il nostro n

Processo di civilizzazione

“E allora? Che ne dici della casa?” “Veramente bene. Siete riusciti a sorprendermi. Positivamente, per una volta!” “Eheheheh… Ci siamo divisi i compiti. E anche i bagni. Un bagno ciascuno, poi ognuno ha pulito il suo il giorno prima che tu tornassi.” “Ottima soluzione. Non ha trovato nulla da ridire persino tua sorella, che per le pulizie ha una fissa. Bravi.” Il gaglioffo mi fissa con orgoglio. “Ma… Scusa, parliamo della tua camera da letto. Come la mettiamo con tutti quei calzini sporchi?” “Belli, vero? Fanno parte della mia collezione primavera-estate 2013!” Molto è stato fatto, sulla via della civilizzazione. Molto rimane ancora da fare, però!

Vacanze

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Ci volevano proprio. Dopo due anni non stop,   in trincea su ogni possibile fronte, Jurassico ed io eravamo proprio arrivati. Un esempio del mio stato mentale: il giorno antecedente alla partenza vado a saccheggiare la biblioteca, intenzionata a portarmi via un pacco di libri alto così. Quello che non capisco è perché la gente mi fissi con aria strana: un tizio, poi, guarda male i miei occhiali da sole, che pendono dal collo appesi a un cordino. Qualche volta sbattono contro la collana, producendo un lieve rumore, ma non mi pare di provocare un frastuono tale da violare la regola del silenzio. Che fissato! penso, un po’ scocciata, affrettandomi   a terminare la mia ricerca per andarmene. Sono vagamente sdegnata. Perché la gente non si fa gli affari suoi, invece di guatare gli altri utenti? Almeno qui, una forte lettrice non dovrebbe suscitare meraviglia… Così mugugnando tra me e me, raggiungo la bici, inforco gli occhiali, sciolgo la catena, monto in sella, e inforco gl