Al peggio non c'è mai fine
Ennesima
figuraccia.
Ieri
pomeriggio, al supermercato.
Conclusa
la spesa, mi avvio con un carrello che sembra il Titanic verso l’auto, dove la
mia autostima fa – appunto – naufragio.
Di
nuovo. L’ho fatto di nuovo: ho perso le chiavi!
Torno
alla cassa dove ho pagato, senza trovarne traccia alcuna. Rovisto in tutti i
sacchetti (che sono molti), per verificare se il mazzo si celi, mimetizzato tra
il salmone e i formaggi. Zero totale.
L’unico
operatore attivo a quell’ora mi fissa con autentica compassione; mi offre
gentilmente di parcheggiare la chiatta
lì accanto, per permettermi di lanciarmi in un’improbabile battuta di caccia
tra scaffali e banchi serviti. Figuriamoci: non cavo un ragno dal buco.
Impietosita,
una delle commesse mi suggerisce di andare a controllare se l’auto sia chiusa:
pare che a lei sia successo di lasciarla aperta, con le chiavi inserite nel
quadro. Questa ancora mi manca, ma non possiamo essere certi di non aver
ovviato alla lacuna: ecco dunque Mpc che affronta i 40 Celsius del posteggio,
per verificare ahimè che la sua bella automobilina nuova è sigillata come una
scatola sottovuoto.
Ormai
in preda al panico, tento la carta dell’ufficio: magari qualcuno le ha trovate
e portate lì, a disposizione della mentecatta che molla in giro le chiavi del
suo autoveicolo. Anche questa ipotesi è destituita di fondamento.
Per
esclusione, decido che ‘ste maledette devono essere da qualche parte nel
carrello. Così, mi piazzo in corrispondenza di una cassa chiusa e svuoto la
spesa, setacciandola spezzo per pezzo: centoventi euro di merce, per la
cronaca.
Solo
dopo aver estratto fino all’ultimo uovo (che nel frattempo stava marcendo,
vista la tempistica dell’intera operazione di salvataggio) ritrovo l’oggetto dei
miei desideri. Acquattate sul fondo del carrello, schiacciate sotto a tutti i
sacchetti rigonfi di merce, ecco le ricercate speciali. Meno male: ormai,
vedevo concretizzarsi sempre di più l’ipotesi di far correre Andrea a portarmi
le chiavi di ricambio in loco. Già immagino il diluvio di scurrilità che tale
ipotesi avrebbe scatenato…
Con
le chiavi ho sempre avuto un rapporto conflittuale: solo che le nostre contese sino ad oggi si erano
consumate tra tra quattro mura, in casa oppure in farmacia.
Stavolta
sono riuscita a fare la figura dell’idiota di fronte a dozzine di persone. Bel
colpo, veramente.
E’
ufficiale: sono una stordita. E la cosa, ormai, è di pubblico dominio.
Meglio
che renda la tessera e mi dia alla macchia, va’…
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