Preparandosi al Natale



Dalla foto non si capisce nulla, se non che quest'anno abbiamo deciso per la tradizione: dopo l'albero, pure il presepe. 
Il quale presepe, a onor del vero, potrebbe essere opera di Confcommercio. 
Si contano, infatti: un panettiere che inforna, supportato dal suo collaboratore alle prese con una vasca di polenta. Una venditrice di uova, frutta e verdura, un vignaiolo che offre pure qualcosa da mettere sotto i denti, una signora che propone latte e formaggi freschi di capra, tre lavandaie, uno sterratore, un pescatore - si spera che questo, almeno, lo faccia per diletto - un fabbro all'incudine e un altro che ferra un mulo. Svariati pastori errano sull'altopiano, attorniati dalle greggi, cercando invano di orientarsi. A valle, uno ci ha rinunciato e suona il piffero seduto accanto al fiume (abbastanza lontano dalle lavandaie da non indurre sospetti), mentre solo due o tre hanno raggiunto il target: la capanna. E sono lì a bocca aperta, in adorazione, assieme a una signora che porge un abitino.  
Senza i Magi e il Bambinello, pareva proprio la piazza del mercato, con qualche animalista sfegatato, imbambolato davanti a una stalla. 
Ignorando il timing  classico, ho quindi già piazzato  giù tutti, angeli compresi. 
Così, è un pochino più presepio. 


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