Non sono un elettrodomestico. Purtroppo.

Rieccomi. Dopo un secolo di latitanza, riappaio sul web. 
No, non mi sono impigrita. Non sono a secco di idee, non ho esaurito gli argomenti, non soffro di crampo dello scrittore e nemmeno di sindrome della pagina bianca. 
Ho la sindrome della casalinga disperata. E pure della moglie stremata, se posso aggiungerlo. 
Vorrei chiarirlo. Magari non a mio marito - il quale tanto 'sto blog non lo legge - ma almeno a chi ha voglia di ascoltarmi: mariti workaholic, datevi una regolata. 
Già. Perché questa faccenda dei mariti che lavorano sempre può diventare un problema. Soprattutto quando si concedono una sospensione. Ecco, lì per noi mogli iniziano le straordinarie: ore di dedizione in più, pretese e non pagate. Come tutte le altre, del resto. 
Non so il vostro, ma il mio è un individuo ignobile: prima delle ferie, è tutto un progetto. Costruttivo, pimpante, con mille idee che gli frullano nel cervello in attesa solo di essere sviluppate. Realizzasse un decimo di quanto farnetica prima della settimana fatidica, Casa per Caso si trasformerebbe. Come anche la mia vita. 
Dalle gite vagheggiate per mesi in procinto di esser alfine realizzate, fino alle grandi pulizie (del suo studio) annunciate, l'energia vola. 
Peccato si tratti solo di energia potenziale, ahimè. Dalla potenza all'atto c'è di mezzo il mare, a quanto sembra. Di gite nemmeno l'ombra, quanto allo studio... i ragni ivi residenti possono continuare a dormire sonni tranquilli: nessuno li disturberà. Fino a data da destinarsi. 
E le questioni in sospeso? Vogliamo parlarne? Nelle settimane precedenti alle ferie del plantigrado mi era stato vietato di prendere qualsiasi iniziativa. Avremmo fatto tutto in occasione della sua settimana libera. 
Così, tutti i miei sospesi sono rimasti in sospeso. Anzi, sono addirittura aumentati: ad essi si sono aggiunti un paio di allettanti progetti e qualche commissione sparsa. La fucina jurassica funzionava a pieno regime. 
A settimana conclusa, ce ne sono volute due per smaltire il cumulo di lavoro arretrato causatomi dal quel perditempo. 
Quell'individuo è un dissipatore. Di tempo e di risorse fisiche. Ci mette sei ore per fare una str@@@@@ che io sbrigherei in due, ma pretende la mia presenza costante al suo fianco. Immaginando che, a casa, gli elfi domestici si occupino di tutto al posto mio. 
Ora, qui lo dico e non lo nego: non sono un elettrodomestico. Non mi si può mettere in stand by per qualche giorno, per poi vedermi ripartire come se nulla fosse. Se questo trend non si modifica, io finisco ridotta a uno straccio. 
Dalle prossime ferie in poi, esigo che siano VACANZE. Pretendo di essere condotta lontano dalle lavatrici, esigo di dimenticare padelle e lavastoviglie, non m'interessa la sorte dei miei figli in nostra assenza (sono tutti maggiorenni e vaccinati) e, soprattutto, pretendo di NON essere costretta a pensare. Preoccupazioni, impegni, rogne e incombenti incombenze possono attendere qualche giorno. La mia salute mentale, no. 


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