Mezzo secolo e più
Cinque
decadi e una sesta appena iniziata. Oltre allo sgretolamento c’è di più.
C’è
la consapevolezza di non aver vissuto invano, assieme alla certezza di aver
imparato qualcosa.
Il
viso è segnato, certo, e il fisico
franato. Ma se la carne è debole, lo spirito resta indomito.
E
l’anima fa i conti, mette in fila tutto quello che è stato, si gode ciò che è e
spera in quello che sarà.
Ho
imparato tante cose, in questi lunghi anni.
Per
prima, quella più importante: ho
imparato il valore dell’amore.
L’unico capitale che aumenta con il tempo, l’unico
bene a non temerne il degrado. L’unica fortuna che puoi dividere con gli altri,
certo di non uscirne impoverito. Anzi, puoi star sicuro di risultarne arricchito.
L’unica
ricchezza dissipabile: l’amore non è mai sprecato. L’averlo regalato fa di te
una persona migliore, comunque sia andata con chi lo ha ricevuto.
L’amore
è un valore stabile, un’eredità che unisce e non crea litigi, un bene di famiglia condivisibile, capace di
attirare amici veri.
Già,
gli amici.
Come
sarebbe la mia vita senza di loro? Incolore, non ho dubbi.
Se
è vero che la mia immane famiglia associata ai parenti (per fortuna non solo
serpenti), mi riempie la vita, i miei amici la rendono variegata, intensa e
interessante.
Alcuni
di loro mi hanno delusa, ma li ringrazio lo stesso.
Ho
imparato qualcosa anche da loro: quando si regala un pezzetto di sè, è giusto
farlo senza aspettarsi nulla in cambio. Il fatto che alcuni (pochissimi, per
fortuna) non abbiano saputo apprezzarlo, altri non siano nemmeno riusciti a
capirlo, mi ha portato a gioire davvero di fronte alla risposta affettiva dei
più.
Potendo
contare su un discreto numero di amici fidati (fortuna rarissima, ne sono
consapevole) ho la non trascurabile opportunità di confrontarmi con tante
persone diverse. Persone capaci di mettere in crisi le mie certezze e di
incentivarmi a coltivare qualche sanissimo dubbio, specialmente di fronte alle
prove più difficili della vita.
A
tutti coloro che ho incontrato e a quelli con i quali ho parlato a lungo, senza
talvolta mai incontrarli; a quelli con i quali mi scrivo e a quelli che vengono
a spasso con me: siete un tesoro inestimabile e uno dei più bei doni che mi ha
elargito la vita.
La
simpatia di chi mi segue regalandomi qualche commento, e quella silenziosa di
chi clicca silente, mi inducono a non lasciar morire d’inedia questo blog. Uno
spazio virtuale entrato a far parte della mia esistenza, e che mi manca da
morire quando gli eventi mi travolgono, tenendomi lontano dalla tastiera.
Grazie,
dunque, anche ai miei fedeli lettori. Anche le pagine che mi escono di testa
sono parte integrante del mio modo di essere, un pezzetto di ciò che sono
diventata in questo mezzo secolo di vita.
A
volte è difficile reggere a tutto. Ci sono momenti in cui mi sento un guscio
sballottato dai flutti, credo di aver perso il controllo del mio futuro e vengo
assalita dalla paura del domani.
Poi
getto un’occhiata alle mie spalle, e mi rassicuro. Ne ho superate tante, e non
sono crollata.
E
a differenza di tanti anni fa, non sono più sola. E l’unione fa la forza,
giusto?
Grazie
a tutti quelli che mi vogliono bene, dunque. E prendetevela anche con voi stessi,
se oggi sono diventata così. Una Mpc.
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