Gioie della paternità

Parliamo con il gaglioffo di un ragazzo in gravi difficoltà scolastiche. A sentire che su costui grava minacciosa l’ombra di una terza bocciatura, il nostro trasecola: “Com’è possibile? Ci devono essere dei problemi, però…”
“Eh sì, purtroppo. A volte i ragazzi ci mettono del loro (ti sei dimenticato la tua esperienza personale…?) ma patiscono anche molto della situazione familiare. Impegnati come sono a combattere contro le tempeste ormonali dell’adolescenza, a volte non trovano la via giusta per mettersi in carreggiata: problemi finanziari, famiglie in difficoltà, padri assenti… Tutto contribuisce. Mica tutti sono fortunati come te!”
“Beh, un padre assente ce l’ho anch’io, se è per quello. Lui è un valido contributo solo sul piano economico!”
“Piano con le accuse, ragazzino! Non ti sembra di esagerare? Tuo padre si disinteressa di te?”
“No, per quello no…”
“Se ci sono problemi lui non è lì in prima fila con me per risolverli?”
“Uhm… Sì, sì…” bofonchia.
“La sera non si cena tutti assieme, chiacchierando in piena libertà? Se hai una questione da sottoporgli, non è sempre molto disponibile? E, ultimo ma non meno importante, tuo padre non è forse un modello per te? Non vorresti diventare un uomo come lui? Se parli sempre di fare il medico!”
“Oh, oh, oh, adesso non esageriamo. Il sessanta per cento delle questioni che gli sottopongo è: <Dov’è la mamma?>, al restante quaranta per cento è lui che mi risponde: <Chiedi alla mamma>. Quanto al modello, uno che pretende di accarezzare la testa del figlio diciassettenne manco fosse un bebè e chiama ometto quello di ventiquattro NON è un modello da imitare! Tzé!!!!”
Povero Jurassico. E dire che conosco pochi padri presenti e capaci quanto lui.
E’ proprio vero: nemo propheta in patria…

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