Pubblicità ingannevoli
Stucchevoli
come melassa, non riesci a evitarle nemmeno abbonandoti alla pay-TV.
Dopo
lustri di famigliole apparentemente immuni dai virus più diffusi – broncio del
mattino, discussioni feroci per le quote latte e biscotti, l’occupazione del
bagno e i tentativi di usucapione del phon – adesso a quanto pare il mulino s’è
svuotato. Ci abita un mugnaio single con
la fissa per la cucina, che prova a sedurre le campagnole locali con abbracci al
cioccolato. Evidentemente Babbo Felice – ora pensionato del dopo-riforma – s’è dovuto
vendere la magione, macina e tutto, accontentandosi di una casa più piccola.
Dove
lo troviamo, appunto, in compagnia della moglie, ormai incanutita. Guarita dal
mammismo italiano no, però: col ciglio tremulo, eccola dietro ai vetri, ad
attendere trepida l’arrivo del figlioletto. Quando costui giunge, zaino in
spalla e barba incolta (chissà se puzza pure…), la nostra risponde al suo fischio
di richiamo più sollecita di Fido, aggiustandosi
la crocchia, per finirgli appiccicata al collo stile geco.
Il
belato: “Ti ho fatto le tagliateeelle!” mi manda ai matti, giuro.
Possibile
che le madri della pubblicità debbano essere sempre ritratte come delle
mentecatte?
‘Sta
cosa mi offende. La sottoscritta è molto
fiera della serenità con cui rimane a distanza dai suoi rampolli più grandi, si
fa un vanto di non vessarli con indagini continue su ciò che fanno e dove sono,
è orgogliosa di essere capace di organizzarsi la vita a prescindere da loro.
Poi,
nel fine settimana, arriva il filosofo da Padova e quando me lo trovo accanto
all’improvviso gli balzo al collo, stritolandolo in un abbraccio che manco fosse
appena tornato dal fronte. Sempre nel week end (periodo pericoloso: non vedo l’ora
di iniziare la stagione sciistica. Almeno con quella scusa mi terrò lontana
dalle tentazioni…) passo una giornata in riva al mare con una coppia di amici,
ma al rientro... telefono al maggiore e gli chiedo se gli possiamo scroccare un
caffè. Mostrar loro come si è sistemato bene è un'esigenza imprescindibile.
Sull’uscio,
mi volto, lo saluto e gli bisbiglio: “Scusa se ogni tanto irrompo qui con
qualche amico. Ti scoccia?”
Lui
mi sorride, mi fa un paio di grattini veloci, poi mi risponde con espressione affettuosa: “Tu puoi fare
quello che vuoi, mamma!”
E
io vado in solluchero in diretta. Una roba da diabete conclamato. Possibile,
dico io, che non riesca a tenere sotto controllo la mia quota di zuccheri
circolanti? Credevo di essere vaccinata, mannaggia!
Ha
ragione la Miss: sono un incorreggibile pennuto. Goffa come un tacchino, con un
cuore di chioccia.
Mi passerà mai? A questo punto, ho paura di no.
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