Atti d'amore e conseguenze impreviste
Ebbene,
sì. Anche alla nostra età le effusioni amorose hanno un loro margine di
pericolosità.
Stamattina
apro l’occhio, sbircio la sveglia e decido: è l’ora di molestare Jurassico.
Ancora
imbambolata per il sonno, faccio un mezzo giro nella sua direzione: l’idea è
quella di incastrarmi addosso a lui e sonnecchiare rannicchiata contro il
confortevole tepore del suo fianco, attendendo l’ora di alzarsi.
A
metà del giro, il mio gomito colllide con l’ultima costola a destra: CRICK!
Lo
sento distintamente, mentre nel cervello mi scoppiano i fuochi d’artificio.
Il
mio muggito di dolore risveglia bruscamente il povero marito, il quale si trova
di fronte un mostro: già, perché mi sono anche beccata il raffreddore, sicché
sono andata a letto con la divisa da malata.
Da
vedermi, col naso camuso, i soliti ciuffi multidirezionali, la camicia da notte
in felpona, (decoro felino, ovviamente…), mentre mi chiudo a riccio, uggiolando
di dolore.
“Ma
che ti prende?! Stai male?”
“Ahiahiaiaiaiooo…
E’ rotta, non c’è storia!”
“Che?”
“La
costola… Ci ho sbattuto sopra e non riesco più nemmeno a respirare…”
“Mhm.
Mi sa di sì, allora. Niente ginnastica e riposo.”
“Niente
altro? Non si può fare qualcosa?” insisto, querula. Come se non sapessi quale
sarà la risposta. La quale, implacabile, arriva: “No, niente. Prenditi un
analgesico e stai calmina.”
“Per
quanto…?” chiedo, nell’impossibile speranza che le mie previsioni siano errate.
“Un
mese. Niente ginnastica per un mese! Rassegnati, devi stare a RIPOSO!”
Rovina.
Tragedia, catastrofe. Mi trasformerò in una mortadella!
Con
aria da condannata al patibolo, informo i figli delle mie condizioni, mano a mano
che li incontro.
I
due maggiori assumono un’aria sollecita e dispiaciuta, la Miss si sconvolge e le
si mozza il fiato per simpatia, il gaglioffo reagisce con sovrana indifferenza.
“Si
aggiusta, eh? Niente di che. Se non sbaglio, quella volta che ho investito un
TIR mi sono incrinato la costola anch’io… Sono ancora vivo. Non morirai nemmeno
tu!” mi comunica, sorseggiando il suo cappuccino. Nemmeno la più piccola
traccia di empatia increspa la sua faccia.
Infame.
Pagherà
la sua indifferenza, il marrano: devo stare a riposo? Quello che non posso fare
io lo farà lui! Così impara, a non consolare la sua povera mammina nemmeno un
po’…
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