Tutti assieme appassionatamente
Messo
in stand by da più di un mese, il gaglioffo venerdì si è imposto: “E la cena di
famiglia? Adesso non ci sono più scuse. Stasera è la sera giusta: andiamo!”
Location:
il ristorante dove abbiamo festeggiato i nostro matrimonio, il battesimo di un
paio di loro e svariate altre occasioni importanti della nostra vita. Un posto che
i miei ragazzi adorano da quando sono
alti un soldino di cacio.
Per
una fortunata combinazione, nessuno aveva impegni con amici, così davvero
eravamo al gran completo: tanto da dover partire con due auto. Manco a dirlo, la
squadra dei fratelli si è mossa tutta in blocco, approfittando della macchina
nuova dell’informatico.
“Ma…
Non viene con noi nessuno?” ha protestato Jurassico, per poi commuoversi nel
vederli partire tutti assieme (pensate
cosa farà quando saliranno su un aereo, e non per arrivare fino a un ristorante…)
e distrarsi quanto basta da perdersi.
Giunti
a destinazione con un certo ritardo, siamo stati accolti dalle esclamazioni di
dileggio del gruppo dei maramaldi, che ha continuato sulla falsariga dello
sfottò reciproco tutta la sera.
Chissà
perché, ci siamo messi a ricordare episodi della loro infanzia: un excursus di
tutte le violenze, sopraffazioni e prese in giro subite dal piccolo ad opera
dei maggiori, con le relative ritorsioni e provocazioni cui ricorreva il
gaglioffo, quando ancora era in formato tascabile.
“Ma
non ti lamentare, va’! Che ti sei divertito come un matto… La nostra era una
famiglia in cui ci si divertiva!”
“La
nostra E’ una famiglia in cui ci si diverte!” è stata la risentita risposta
dell’ex vittima “Lo dico sempre ai miei amici. In tanti è bello. Capisci il
concetto di divisione: se sei figlio unico, è tutto solo per te. Che gusto c’è?”
ha rivendicato, riscuotendo la generale approvazione dei fratelli.
Saranno
cresciuti in un caravanserraglio, non avrò avuto il tempo di seguirli come si
deve, avranno dovuto imparare ad adattarsi a condizioni di vita spesso
precarie: però i miei quattro se la sono passata davvero tanto. E hanno sviluppato
(anche per questo?) un legame ormai inscindibile: la più bella eredità che un
genitore possa lasciare ai suoi figli. L’amore reciproco.
Guardandoli
tutti riuniti, attorno a una grande tavola rotonda vicino al caminetto acceso,
tra sorrisi, prese in giro e risate, sono stata colta da una delle mie crisi d’orgoglio.
Per
loro mi sono quasi ammazzata di fatica, molte volte vorrei fuggire e
altrettante mi sono chiesta chi me l’ha
fatto fare?
Però
è bello avere una famiglia così. Non è stato facile arrivare fino a qui, ma ne
valeva la pena. Nonostante tutto, rifarei tutto.
Ameno
fino a domani. Poi me ne combineranno una delle loro, rimettendo di nuovo in
discussione i miei rosei quanto instabili bilanci.
Commenti
Posta un commento