Tempo di saldi, con pochi soldi
Ovvero,
magic moment per la Miss, tragic moment per Mpc.
Costi
a parte (la Miss, per mia fortuna, è una teorica del cheap shopping) è l’impressione
di esser più che altro un bancomat a due gambe che mi disturba. Tuttavia, la
faccenda ha un suo grado di coinvolgimento anche per me: osservare mia figlia
in azione è sempre un’esperienza.
Quella
ragazza è nata per lo shopping: possiede colpo d’occhio, rapidità di scelta,
decisione e senso della misura. Oltre alla voglia di gettarsi nella mischia,
ovviamente: tanto io rifuggo dalla bolgia, tanto lei in mezzo alla gente si
muove con audace sicurezza.
Non
appena scoccata l’ora fatidica, la donna mi ha sequestrata, condotta a passo di
marcia in centro, e coinvolta in quello che a me è parso un autentico tour de
force. Indossando quelle specie di ciabatte pelose che portano tutte le
ragazzine (e non solo loro, purtroppo: certa gente della mia età manifesta una
deprecabile tendenza a conciarsi da quindicenne, l’avete osservato?), quella
corre come un levriero. Per starle dietro, ho dovuto fare appello a tutto il
fiato faticosamente guadagnato in mesi e mesi di strenuo allenamento in
piscina: e mentre la sottoscritta le trotterellava accanto, in pieno debito
d’ossigeno, la nostra cassava e promuoveva dozzine di vetrine con una sola
occhiata, chiacchierando senza posa. Garrula e pimpante, s’infilava in un
negozio dopo l’altro senza il minimo segno di affaticamento; fatto tanto più
rimarchevole quando si pensi che, in condizioni normali, la fanciulla si fa
venire il fiatone anche a fare le scale. Potenza della scarica adrenergica
provocata dalla caccia al saldo?
Mah!
Sia
come sia, la sottoscritta ha dovuto impegnarsi a fondo per mostrarsi
all’altezza della situazione. Beccandosi anche un rimbrotto, per aver osato
moderare on the road un paio di commenti sul blog: “Con chi sei in
comunicazione? Questa cosa non mi piace: spegni quell’iPhone e concentrati su
quello che stiamo facendo. Ti voglio presente e partecipe: lo shopping è una
cosa seria!”
Roba
che mi leva il cellulare per punizione.
Alla
fine della scavallata, la nostra ostentava con soddisfazione due o tre sacchetti
diversi, contenenti maglioncini strappati agli scaffali a circa venti euro; Mrs
Bancomat non si era comprata nulla (autopunizione: finché non calo di qualche
chilo, il mio armadio resterà tale e quale. Devo incentivarmi in qualche modo,
per far sparire le conseguenze del turbine di pranzi e cene dal quale sono appena uscita);
unico neo, la camicetta azzurra della quale si era invaghita. Impossibile trovarla della sua taglia. Per il
resto, la caccia ha dato buoni frutti, io ho smaltito qualche caloria a suon di
corse e la fanciulla ha materiale per affrontare il duro inverno. Il bilancio si
chiude in attivo, dopotutto.
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