Tornerò mai in possesso del mio tempo?
Ragazzi,
mi pare di essere una scheggia impazzita: e la colpa è tutta di Jurassico, sia
ben chiaro.
Dopo
nove mesi di lavoro matto e disperatissimo, si è preso due settimane di ferie:
più virtuali che reali, perché in realtà lo convocano in ospedale ogni giorno,
ogni volta per una rogna risolvibile solo da lui. Meno male che non avevamo
pianificato comunque di andar via: il gaglioffo è sotto osservazione e
necessita di un personal trainer a disposizione, in campo scolastico.
Così,
le mille cose lasciate in sospeso pare debbano essere risolte tutte in questi
quindici giorni: e io, va da sé, sono abile e arruolata per combattere in
trincea con lui.
Il
problema è che mio marito non ha capito quanto vitale sia per me la tempistica:
lui crede che dieci minuti in più o in meno non facciano la differenza. Per me,
sono quattro tra lavatrici e lavastoviglie che si avviano a fare il loro sporco
lavoro, un chilo e mezzo di pane messo a lievitare, l’arrosto cacciato in
forno, garantendo la cena alla figliolanza. Sono una maestra nella compressione
dei tempi: solo che lui deve essersi convinto che sono una maga, o un elfo
domestico.
Eergo,
fargli capire che, se gli chiedo dieci minuti, me li deve concedere, è
un’impresa titanica. Allegro come un orsacchiotto giocoso, o scuro come un
vecchio plantigrado infuriato, quello prende la porta e inizia a chiamarmi dal
giardino: “Amooore! Sei pronta che andiamo?”
Ogni
volta giuro di mandarlo al diavolo, poi invece inserisco il turbo, lavoro al
ritmo del compianto Ridolini, combino un paio di disastri (e poi si sorprende
di quanto io sia maldestra) e quindi lo raggiungo, pronta ai suoi comandi.
Sono
viva, dunque, moderatamente soddisfatta dalla piega che stanno prendendo le
faccende di Casa per Caso, ma completamente priva del controllo sulla mia vita.
Non vedo l’ora di tornare nel pieno possesso delle mie facoltà: non ne posso
più di correre per conto terzi!
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