Vittima consenziente
Agosto
non è il mese giusto per attività ludiche estreme.
Tanto
per cominciare, è periodo di ferie: c’è troppa gente in giro. Un’autentica
folla, che invade il tuo ambito vitale in termini sia spaziali sia temporali.
Terribile.
Poi,
c’è il caldo: quello, in determinate circostanze, è insopportabile davvero.
Sudi come una grondaia: di più. Ci sono istanti in cui ti manca l’aria.
Se
divertirsi significa questo, grazie, io passo: preferisco un po’ di sana noia,
nella penombra della mia fresca stanzetta, con un solo compagno. Il libro che
sto leggendo.
Peccato
che certe convinzioni una donna nella mia posizione – moglie e madre – non le
possa portare avanti indefessa. Deve cedere come una fessa.
E
allora, via: facciamolo. Vai col twist.
Che
poi ‘sta fabbrica di emozioni, questa specie di industria del divertimento
arriva ad essere condotta ai limiti estremi: lo scopo – dichiarato – è quello
di portarti a urlare.
Scopo
raggiunto, ahimè: con tanti saluti alla mia signorile dignità. E’ che a me le
foto non piacciono manco in condizioni normali, figuriamoci in circostanze
simili: diversamente, vi farei vedere come sono stata ridotta, ieri.
Infine,
the day after: lì ti rendi conto che certe cose non fanno davvero più per te,
per raggiunti limiti di età.
Mi
sono alzata con le ossa rotte, la faccia strapazzata e i capelli in rivolta.
Addirittura,
ci sono punti dove le sporgenze ossee mi dolgono al tocco. Questo è veramente
troppo: la prossima volta che ricevo profferte simili, mi do malata. Oppure
passo la mano: possibile che non ci sia davvero nessuno disposto a sostituirmi,
in questo frangente? La gente va letteralmente pazza per queste cose…
Ogni
volta è così. Mi ci vogliono un paio di giorni per riprendermi dal trauma – sia
fisico che psichico – quando li accompagno a Gardaland.
Però
poi dopo dimentico: e ci ricasco sempre. Anche quando, come ieri, so
esattamente a che girone infernale mi sto appropinquando: pur di farli
contenti, mi assoggetto.
Il
gaglioffo, un suo amico romano nostro ospite in questi giorni, la Miss ed io,
sguinzagliati nel parco divertimenti più grande d’Italia: un bagno di sangue,
come sopra descritto, ma un gran divertimento lo stesso. Le risate che ci hanno fatto fare, quei due delinquenti...
Da brava mamma
italica, quando faccio felici loro, sono felice anch’io: vittima consenziente, insomma. Comunque e quantunque.
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