Gente che mi piace
Apprezzo
gli onesti: quelli capaci di assumersi le proprie responsabilità e riconoscere
i propri errori, senza cercare attenuanti o giustificazioni. Soprattutto a
carico degli altri. Quelli che non si lavano la coscienza, trovando alibi per pretendere
qualcosa – o qualcuno – su cui non avrebbero diritto alcuno.
Amo
chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà, per quanto dura possa
essere: chi non getta il sasso nascondendo la mano, chi non agisce alle spalle
degli altri, non dice una cosa per nascondere che fa l’esatto contrario.
Apprezzo
le persone sincere: quelli che ti dicono le cose come sono, anche a costo di
essere impopolari. Parlando con loro, non ti sentirai mai blandito né manipolato.
Apprezzo
i coraggiosi: quelli che sanno affrontare le proprie paure, sconfiggendole.
Quelli che sanno rialzarsi anche dopo uno sbaglio, cercando di fare del loro
meglio per rimediare. Quelli che osano dove gli altri indietreggiano, perché
sanno di fare la cosa giusta: anche se è difficile, pericolosa, scomoda o
faticosa.
Detesto
gli invidiosi: quelli si accartocciano quando le cose ti vanno bene, e gioiscono se ti vedono in difficoltà;
quelli che si sentono sempre defraudati dal destino, per quante cose possano
avere, e pensano sempre che gli altri abbiano
troppo rispetto a loro.
Mi
spaventano i rancorosi: quelli capaci di covare la rabbia sotto la cenere per
anni, aspettandoti al varco, pronti a sputarti in faccia tutto il loro livore al
primo incidente, incomprensione o passo falso.
Adoro
le persone generose: quelli che si mettono in gioco al cento per cento, quelli
che se ti danno qualcosa lo fanno con sincerità, senza aspettarsi contropartita;
quelli che si preoccupano del benessere altrui prima del proprio, quelli che
stanno male se vedono gli altri in
difficoltà e si adoperano di slancio per fare qualcosa per sollevarli.
Mi
piacciono coloro che non salgono in cattedra e non giudicano: un conto è
valutare l’operato altrui, un altro è giudicarlo. Troppo spesso la gente
trancia giudizi azzardati e lesina con le valutazioni oggettive, prendendo così dei granchi clamorosi.
Mi
piace chi non prende se stesso come misura del mondo, chi non tratta gli altri
con supponenza, chi non si crede una spanna al di sopra degli altri.
Mi
piacciono le persone corrette: quelle che rispettano le regole, adeguandosi al vivere civile, invece di lamentarsene come inadeguate alla propria augusta
persona; finendo, tra l'altro, con l’imporre agli altri le nefaste conseguenze delle loro
infrazioni.
Amo
coloro che rispettano i diritti degli altri in tutte le circostanze: quelli che
cercano di non infastidire gli altri, prima di lamentarsi della molestia
altrui; quelli che si spostano per primi, quelli che non ingombrano, quelli che
non dilagano.
Mi
piacciono le persone capaci di costruire rapporti sereni, lontani da
prevaricazione, manipolazione, inganno e logiche di convenienza.
Ammiro
chi sa portare gli altri a dare il meglio di sé, chi sa esprimere una critica
costruttiva, chi privilegia il lavoro di squadra al protagonismo fine a se
stesso; chi progetta prima di demolire, chi cerca di cambiare le cose invece di
star seduto a piangersi addosso, chi non fa del vittimismo ma sa apprezzare quanto
che riceve dagli altri e dalla vita.
Mi
piacciono quelli che sanno dire grazie con il cuore: ho verificato che la
gratitudine è più rara della generosità, a questo mondo.
Mi
considero una donna fortunata: ne ho tante attorno, di persone con le
caratteristiche che ho appena descritto.
La gente per bene non è così rara, a
questo mondo: e sono felice perché la vita me ne sta facendo incontrare sempre
di nuova. Il che rappresenta, tra l'altro, anche una bella
spinta alla ricerca del miglioramento personale.
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