Una cosa a tre


Come vedete, il filone hot continua.
Ieri sera sono andata a dormire più tardi degli altri: ho trovato Jurassico che ronfava beato, mimando la postura dell’uomo vitruviano di Leonardo. A pancia sotto, però.
Occupava, da solo, i due terzi del letto.
Quatta quatta, ho preso posto accanto a lui nello scarso spazio rimasto a mia disposizione, sperando in una bella dormita rigenerante.
Niente da fare: l’altro LUI presente in camera da letto non era d’accordo. Me lo sono trovata presto addosso, deciso a passare la notte spalmato contro il mio corpo: più cercavo di evitare il contatto con lui, più lui mi si strusciava contro, letteralmente affascinato dal mio fianco sinistro.
Alla fine, mi sono arresa, acconciandomi a passare la notte così, compressa in mezzo a quei due:  da un lato il marito, dall’altra Corradino.
Febbricitante di nuovo, il micio ha avuto in via eccezionale libero accesso alla nostra stanza: e pur avendo a disposizione una soffice cuccia, ha optato per dormire accozzato a mamma. Più morbida del suo giaciglio, evidentemente: devo continuare la dieta. Se non mi secco un po’, non tengo più a bada gli istinti primordiali del mio maschio preferito.
Oggi visita dal veterinario: chissà che l’antibiotico abbia funzionato. Come compagno di letto, un gatto malato è ingombrante davvero. 

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