Non ci sto con la testa


Immediatamente alla fine di una stroncante lezione in piscina, la Miss mi chiede di accompagnarla al supermercato, per il fondamentale acquisto di una candela profumata.
Posso forse negare alla mia piccola un simile genere di prima necessità? Non sia mai.
Affronto i trentacinque all’ombra del posteggio e accontento la signorina. La quale, dopo aver ottenuto quanto richiesto, mi concede   persino – un bacio di ringraziamento. Bontà sua.
Con l’occasione, riesco a infilare nel carrello merce per una quarantina di euro: eppure ero certa di non dover fare la spesa, ieri. Giunta in cassa, l’amara sorpresa: sono uscita senza il becco di un quattrino. Né concreto né virtuale: ho giusto la patente con me.
Con un amabile sorriso, la cassiera mi propone di far portare la mia spesa in cella frigorifera, in attesa che mi procacci i cum quibus necessari a perfezionare l’acquisto.
Schiacciata dall’umiliazione, accetto, mentre la Miss scuote la testa rimproverandomi: “Che pennuto… Possibile che riesci sempre a fare di queste figure?”
La domanda è lecita. La risposta, peraltro, rimane in sospeso. Probabilmente tutto ciò dipende dal fatto che sono completamente stordita.

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