Adulta anche la Miss
Anche
la Miss. Da domenica, è maggiorenne anche la Miss: fatico a farmene una ragione.
Un
paio di giorni prima del suo compleanno mi ha beccata al supermercato, faccia
da cocker e occhio languido, a lisciare
con la mano un pagliaccetto da bambina, taglia mesi sei.
“Pennuto!
La finiamo o no?! Cammina, vieni a cercare i gelati del papà…” mi ha trascinata
via l’interessata, scuotendo la testa, mentre io mi voltavo a guardare i
calzini mini con aria nostalgica.
“Tu
non mi capisci. Io mi perdo nei ricordi e tu mi costringi…”
“…
a comportarti come una persona normale. Mamma, sei ridicola!”
Ha
ragione. Sono ridicola.
Sarà
che sto crescendo un numero esagerato di figli, però mi sono goduta un numero
decisamente inferiore di pupattoli; sarà che guardarla crescere mi fa quasi
male al cuore, per quanto velocemente è diventata grande; sarà che è la mia
unica femmina, e con le femmine le mamme hanno un rapporto speciale… ma ogni
compleanno peggioro.
Non
oso pensare a cosa combinerò il giorno che si dovesse laureare, oppure sposare…
Mi dovranno sedare, è deciso.
Comunque
sia, la Miss è entrata a buon diritto nel mondo degli adulti.
Ci
è entrata in punta di piedi, senza tanto clamore: niente superfeste, giusto una
cenetta con gli amici – di famiglia – più cari, qualche bel regalo e tanto, tanto affetto, da parte di
tutti. Mi si scalda il cuore, quando vedo di quanto calore sono circondati i
miei ragazzi.
E
sono la donna più felice della terra, quando vedo quanto si vogliono bene tra
loro: l’informatico si è svenato per regalarle un profumo “di nicchia”, che le
è piaciuto da morire. Il filosofo, sempre in bolletta, è dovuto ricorrere a un
finanziamento straordinario da parte di mamma e papà: crisi o non crisi, non
poteva mancare all’appello.
Per
un giorno, il gaglioffo non l’ha tormentata: trattandosi di lui, è già molto.
Il
papà ha voluto regalarle, assieme alla mamma, un braccialetto molto carino, che
ora credo la fanciulla si metta anche per andare a dormire.
E
mentre lei gongolava, circondata da tutte queste tenere attenzioni, io venivo
rilanciata indietro nel tempo. E’ inevitabile: con lei più che con tutti gli
altri.
Quando
suo padre me l’ha messa tra le braccia, tanti anni fa, mi sembrava che non
sarebbe cresciuta mai: ero così spaventata da temere di non farcela. La prima volta che mi ha chiamata mamma mi sono squagliata, come capita a
tutte le mamme: solo che io non ero una mamma come tutte, e per me quel mamma era davvero speciale.
Lei
è stata l’anello di congiunzione tra me e i suoi fratelli, con lei ho imparato cosa
significhi essere mamma, lei è stata
il collante che saldato il nostro nucleo: attorno alla sua culla, siamo
diventati una famiglia.
E’
stato un piccolo, grande miracolo.
Superare
diffidenze, interferenze e supponenze è stato invece un enorme cimento: se la gente
tende a impicciarsi in condizioni normali, nel nostro caso è addirittura
incentivata a farlo. Ahimè.
Il
risultato, però, in termini sia di amore inattaccabile fra lei e me, sia di
armonia familiare, mi ripaga dell’immane
fatica che ho fatto ad arrivare fin qui.
Tanti
auguri, Miss. Mille auguri dalla tua mamma.
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