Un fine settimana magico...
…
dopo un venerdì tragico.
Ometterò
i dettagli, per spirito di auto preservazione, raccontandovi le cose per sommi
capi.
Sono
andata a ritirare la pagella del gaglioffo: mi sto ripigliando solo ora. Meglio,
sto assorbendo il colpo solo ora: per ripigliarmi mi ci vorrà assai di più.
Lo
so, lo so: lo sapevamo tutti, me per prima. Avevo previsto la cosa prima ancora
che il ragazzo iniziasse quest’impossibile avventura.
Tuttavia…
un conto è immaginarsi le cose, un altro è la vita in diretta: toccare con mano
il fallimento di tutti i tuoi sforzi è distruttivo.
Assistere
all’affondamento della tua nave, nella piena consapevolezza che nulla puoi fare
per evitarlo, ti fa sentire più inutile di uno straccio vecchio. Anche se mai
ti sei allontanata dalla plancia, in stile Schettino…
Dopo
esserti rimproverata tutto il rimproverabile, con particolare accanimento circa
quello che, in realtà, non è dipeso da te; dopo aver tentato ogni possibile
strategia, inclusa l’arrampicata sugli specchi a mani nude; dopo aver recitato
mille parti diverse, tutte accomunate dallo spirito di immolazione più
assoluto, ti devi arrendere all’evidenza: ognuno è arbitro del suo destino.
Quando
un figlio imbocca la strada sbagliata, è impossibile fargli cambiare direzione:
non ti ascolterà, qualsiasi cosa tu faccia.
Al
massimo, diventerà abilissimo nell’inventare strategie sempre nuove per
dribblare i tuoi interventi, sfuggire alle sue responsabilità, evitare le tue
punizioni. In alternativa, si abituerà a subirle senza starci troppo male.
Resilienza,
reinterpretata nel senso più deteriore.
Son
soddisfazioni, ragazzi…
Allo
stato, mi rimane solo da sperare in una maturazione improvvisa: se non trova
dentro di sé la determinazione per impegnarsi sul serio, non gliela possiamo
dare noi. E senza quella, non arriverà da nessuna parte.
Poiché,
però, non esiste solo il gaglioffo nella vita di Mpc, non posso lasciarmi
trascinare a terra dai suoi comportamenti deteriori: così, cerco comunque di
godermi ciò che di bello mi regala la vita.
MammaMatta
e MatiMati, per esempio: una cara amica e la sua cucciola, ospiti per il fine
settimana a Casa per Caso.
Che
meraviglia!
Un
bel po’ di affetto sincero, una cena di pesce con gli amici di sempre, a tirar
tardi a chiacchiere, un po’ di turismo qui e lì per la Pedemontana, e, infine, una
pigra mattinata in piscina.
Insomma,
pigra: nei nostri intendimenti, avrebbe dovuto esser tale.
Nella
pratica, una ranocchietta, aggrappata al mio collo, si è impegnata a fondo per
farmi smaltire il surplus calorico accumulato il giorno precedente. Da vedere
Mpc in versione cetaceo far l'avanti e indietro in vasca, trasportando sulla groppa una ciotolina di
cinque anni che strillava per la fifa e l’entusiasmo: l’avessi portata a
Gardaland, credo si sarebbe divertita meno.
Il
mio fuoriprogramma natatorio ha creato un po’ di scompiglio fra i miei
conoscenti: non si contano quelli che, dal bordo vasca, mi han chiesto con
costernazione: “E’ tua?!”
Il
ricordo della mia comparsa in scena con un numero imprecisato di figli a carico,
materializzatisi dalla sera alla mattina, ha lasciato il segno. Hanno tutti
paura che ci ricaschi, evidentemente.
Tranquillizzati
gli astanti, sono riemersa con la piccina, consegnandola quindi alla Miss, che
si è occupata delle operazioni di incrematura e coccole.
“Mamma,
mi diceva le cose con quel vocino… Me la sarei mangiata!”
La
piccola Mati ha fatto breccia nel cuore di tutti gli abitanti della Stamberga:
come la sua mamma, del resto. Affiliate alla famiglia a tutti gli effetti, ora
dovranno farsi vedere più spesso: sono più efficaci di un antidepressivo.
Soprattutto per me, che di recente mi sento piuttosto malmenata dalla sorte.
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