Di nuovo a colloquio...

“Mamma, ho un brutto voto e uno buono!”
“Dimmi prima quello brutto, via.”
“Due e mezzo in Epica.”
“In Epica??? Ma come si fa a prendere due in Epica? Non hai nemmeno aperto il libro, razza di furfante…”
“Mamma, il voto più alto è stato un sei meno. La media della classe ha preso tre, quattro, due…”
“Ah. Come mai?”
“Era una roba stranissima, con le metafore, che ne so, noi non ci abbiamo capito niente. Era anche scritto strano, poi…”
“Ma certo che è scritto strano, stordito! Sono POEMI  epici!!! Dimmi il bel voto, dai.”
“Cinque più nel tema!”
“E a te pare un bel voto?! Ma sei scemo?”
“Anche lì, mamma, riflettici. Dovevo descrivere il mio cantante preferito.”
“…”
“E il resto della classe è sulla media sotto la sufficienza. Credo un paio di sei, forse tre. Anzi, uno dei migliori della classe ha perso cinque meno: io questo lo considero un successo! Anche la prof si è complimentata, dicendomi che sono risalito di ben tre voti.”
Ecco, vorrei sapere se questa fa dello spirito oppure dice seriamente. E in tutta franchezza non so che atteggiamento prendere, in ambedue i casi.
Comunque sia, dopo di ciò s’impone un colloquio, al quale sto per recarmi.
La mattinata non è iniziata sotto i migliori auspici: mio marito non ha sciacquato bene la macchinetta del caffè, appena decalca rizzata, rifilandomi un cappuccino all’acido citrico. Ero così sonnolenta che non me ne sono accorta subito, ma solo dopo essermelo scolato sino all’ultima goccia. Quando gli ho fatto assaggiare l’acqua che sgorgava dalla lancia per poco non collassa in diretta: temeva di avermi danneggiata permanentemente. In realtà, mi sono solo fatta una limonata sintetica.
Incalzata dalla solita fretta, ho iniziato a mandare avanti la cena: riuscendo, per l’ennesima volta, a dimenticarmi una padella sul fuoco. Le vongole si sono aperte e successivamente tostate: nuova ricetta. Paella fumè.
Alla luce di tali infausti eventi, sento che la fortuna oggi non mi assiste: prego chi si connette di fare gli scongiuri per me. Se sopravvivo, poi vi racconto.
A presto…

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