Eccomi qui, rediviva
Ciao.
Come va, lì da voi?
Qui
siamo in pieno work in progress, senza alcuna certezza: tuttavia, qualche
barlume di luce si nota, in fondo al tunnel. Augurandoci che non sia un’illusione ottica,
ci affidiamo a quella per procedere sicuri. O quasi.
Durante
questa breve vacanza mentale che mi sono presa, mi sono concessa un lusso
esagerato: quello di pensare. Per smaltire bile, delusioni, rabbia e tensioni,
ho camminato per chilometri e chilometri, sbrigando commissioni qui e là per il
paese, spostandomi esclusivamente a piedi. Auricolari in testa, musica per
estraniarmi dall’ambiente circostanze, e la mente che scorrazzava di qua e di
là, facendo molta più strada dei miei piedi. Flashback sul passato, déjà vu sul
presente, qualche occhiata al futuro: il tutto cercando di non arrovellarmi,
però. A volte, se non le cerchi disperatamente angosciandoti perché non le
trovi, le soluzioni si presentano da sole.
Da
queste peregrinazioni ho guadagnato una mezza tendinite all’anca e un po’ di
serenità in più: il bilancio è da considerarsi positivo, date le circostanze.
Tra
l’altro, non perdo occasione per cacciarmi in situazioni surreali, persino
quando mi limito ad andare a spasso. Un giorno di questi, una signora anziana
dall’aria spersa mi ferma: “Signorina, mi sa dire dov’è via Orticaria…?”
Il
fatto che mi chiami signorina testimonia che la donna è in uno stato di confusione
mentale: “Via Ortigara, signora?” rispondo, avvicinandomi.
“Sì,
forse. Non lo so. Devo farmi la permanente ma non so più dove andare… Mi indica
la strada?”
Combinazione
vuole che la signora sia diretta proprio dalla mia parrucchiera: ragion per cui
le indicazioni riesco a dargliele, ma lei non ci capisce un’acca.
Morale:
affianco la signora e l’accompagno a destinazione, non senza assicurarmi che
abbia dei riferimenti cui far capo, qualora le dovesse capitare di perdersi per
strada un’altra volta.
Certo
che tutte a me capitano, accidenti… Anche la signora smarrita che cerca la mia
parrucchiera e mi dichiara tutta la sua invidia per la mia giovane età.
Come
sentirsi quasi una diciottenne, in un periodo nel quale ho tanto di quel peso
addosso da sentirmi in forma quanto una novantenne.
A
proposito di novantenni, devo chiamare Ziapercaso. Chissà che combina in
Trentino, quella… Non ho più ricevuto sue notizie: il che non so se sia un bene
o un male. Propendo per la seconda che ho detto, in ogni caso: se davvero ha
ripreso le sue scorribande in auto, c’è da avvisare la Protezione Civile.
Quella è una mina vagante.
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