Me lo ha chiesto
Insomma,
l’ambaradan c’era tutto, ve l’ho detto: come da copione, indossavo la divisa d’ordinanza.
Abitino elegante, coprispalle sbrilluccicante e scarpa col tacco; non mancavano
neppure le autoreggenti a rete.
Adesso
non vi lanciate: non è stata una scelta rampante, di una Mpc in versione roar!, quanto piuttosto un (riuscito)
tentativo di dissimulazione. Sotto la fascia di pizzo, si celava un mostro: un orrido
livido verdastro, enorme, che mi deturpava la gamba sinistra.
A
mali estremi, estremi rimedi: guai se lo vede Jurassico. Si arrabbia sempre,
quando mi faccio nera.
Quanto
al nostro, sbarbato di fresco (ma senza cravatta: il troppo stroppia), si è
occupato della colonna sonora della nostra serata.
Una
cena di pesce sontuosa, accompagnata da musica d’antan: tutte, le ha ripescate.
Tutte:
ogni canzone che ha segnato la nostra vita, ogni momento felice vissuto
assieme, riportato alla memoria da note lontane nel tempo, eppure mai scordate
negli anni.
Centodieci
anni in due, e non sentirli.
Romantici
come due morosi: meno male che i figli non potevano vederci, va’. Ci avrebbero
dileggiati a morte.
Comunque
sia, sarà stata l’atmosfera sognante, oppure il Cartizze che ci siamo scolati,
ci siamo ritrovati a ballare davanti al camino. E lì è accaduto il miracolo: mio
marito mi ha chiesto di sposarlo. Dopo diciassette anni e un matrimonio a cinque,
ho finalmente ricevuto una proposta di matrimonio come si deve.
Quasi
quasi gli rispondo di sì, che ne dite? Mi sa che è proprio un uomo da sposare.
Buon
anno a tutti voi
Mamma
per caso
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