Conversazione con un figlio

Il gaglioffo filosofeggia:  “Sono un maschio, avrò meno problemi. I figli li allevano le madri!”
“In che senso, scusa?”
“Guarda a casa nostra: sei sempre tu che parli con noi!”
“Mah. Questione di carattere: papà parla poco, ma quando serve c’è sempre… Tu, al contrario, non mi sembri uno che fatica a comunicare!”
 “Vero… Papà però è una pietra! Mica gli posso raccontare del mio amico che si è rotto tutte due le braccia buttandosi giù dalla scala del centro commerciale in bici, per fare il figo! Si arrabbierebbe!”
“In effetti, questo tipo d’informazioni ha il potere di destabilizzarlo… Gli sembrate tutti degli alieni!”
“Ecco. Tu ridi più facilmente di lui e ti arrabbi meno. E poi non mi chiedi solo dei voti e di come va a scuola. A proposito, lo sai che a scuola sono diventato un polo di attrazione?”
“?”
“Sì. Nel cambio dell’ora, il mio banco sembra l’Ostrica Ubriaca. Tutti che si affollano lì intorno e io sto al centro, seduto, mentre loro mi chiassano attorno!”
“Oddio, ho paura dei prossimi colloqui! Che mi diranno i prof? Che sei un agitatore di popolo?!”
“Mamma, smetti di preoccuparti: ho preso già due sei in italiano e storia. Ammetterai che è un successo, vista la prof (quella che gli ha suggerito la carriera dello zappaterra, n.d.A.). Adesso che mi ha messo in primo banco sarò costretto a migliorare per forza!”
“Ah, ti hanno spostato. Il fatto che ti vogliano tenere sott’occhio potrebbe essere un segnale che non ti danno completamente per perso. Vediamo che mi dice la pof lunedì.”
“Cmq, intanto sono le ragazze che mi tengono d’occhio. Sempre lì che mi fissano, anche a lezione. Che avranno mai da guardare… Ora che mi hanno messo in primo banco fanno il giro lungo pur di darmi una pacca sulle braccia, un’occhiata da vicino, uno scherzo. E l’amica di Lello? Quella che in chat gli ha scritto “Io amo Matteo!” e ha spedito il messaggio a me, per sbaglio? Se non ci credi ti faccio vedere la chat…”
Verifico. E’ vero. Mio figlio è un rubacuori, è deciso.
“Poi la mattina è il momento del cinque.”
Occhiata allarmata da parte mia.
“No, non il voto 5, il cinque battuto sulla mano. Che io arrivo con le mani ghiacciate e ogni volta mi sembra che mi cadano tutte le dita! Appena mi vedono mi sono tutti addosso, anche quelli delle altre classi… Mi faccio amici dappertutto. Chissà come mai...”
Bene. Nelle relazioni interpersonali mio figlio non ha un problema al mondo. Risolvesse anche quelli scolastici, mammina potrebbe tirare un sospiro di sollievo. Almeno per un po’.

P.S.: Agenzia delle Entrate: ieri ho beccato un centralinista di buon cuore, a Trento. Ha fatto un paio di rampe di scale, andando a chiedere ai colleghi dell’ufficio competente di rispondere alla chiamata. Così ho finalmente ottenuto tutte le informazioni che mi serivivano e domani potrò andare a Mezzocorona. Credo che, con l’occasione, farò una capatina in cantina: le occasioni di bere per dimenticare, qui, si stanno moltiplicando. Meglio rimpinguare le scorte di bottiglie.

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