La Casa degli Orrori
Un
miagolio straziante si leva al cielo. E’ Corradino, approdato clandestinamente in
terrazza: dove ora piange, intorcinato al graticcio di legno.
“Povero
Corrado! Che succede?!” si preoccupa all’istante l’informatico.
Un
lamento lunghissimo e supplice risponde alla sua invocazione.
Scatta
la modalità salvataggio urgente: il
ragazzo si slancia alla volta del felino, convinto sia rimasto intrappolato da
qualche laccio.
Due
secondi, e dalla terrazza si leva un altro urlo. Umano, stavolta, e di orrore.
Il
quadrupede, ben lungi dall’essere bloccato, con un balzo ha guadagnato il piancito,
sfrecciando fra le gambe del suo aspirante salvatore.
Il
quale si trova al cospetto di una scena degna del più classico CSI: una
striscia di sangue attraversa tutto il terrazzo, fino ad arrivare sotto al
tavolo.
Ivi
spunta una coda: il felino (appoggiato al cuscino bianco del mio sedile
ergonomico!!!) si sta accanendo sul corpo di una povera tortora, dopo averla spennata
e sventrata con l’accuratezza di un serial killer. Ecco cosa faceva sul
graticcio di legno: cercava di raggiungere il nido dei volatili, probabilmente
alla ricerca di altre prede da acchiappare.
I
due fratelli maggiori, in veste di puliziotti, sottraggono alla fiera il fiero
pasto, provvedono a dare onorata sepoltura ai resti del piumato, e gettano una
secchiata d’acqua sulle tracce di sangue. Meno male che ci sono loro: fosse
toccato a me, credo mi sarei sentita male.
Nel
frattempo il gatto, tornato alla sua veste d’innocuo micetto domestico, viene a
strusciarsi sulle mie gambe, chiedendo le coccole con aria innocente.
‘Sto
infame. E io che ci parlo da tutta l’estate, a quelle povere tortore: mi hanno
fatto compagnia per mesi. La fine del topo, gli fatto fare, quell’assassino.
Certo
che non si può mai stare tranquilli, a Casa per Caso. Bipedi o quadrupedi che
siano, ‘sti giovani riescono a sconvolgermi sempre.
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