Fra simili ci si comprende


"Gatto grigio in avvicinamento..." avviso io, a gran voce.
"Qual è?" mi risponde, proveniente dai meandri delle camere da letto, la voce del gaglioffo.
"Corradino!"
La reazione è subitanea:  "Vieni qui, micio..."
Seguono tonfi e zampate, di provenienza più umana che felina. 
Scorgo l'animale fuggire a gambe levate verso la terrazza, slittando sul pavimento lucidato di fresco. Il manigoldo segue, a meno di un'incollatura di distanza, perdendo aderenza negli stessi punti dov'è scivolato il gatto. 
Decido di lasciare i due a vedersela fra di loro. 
Dopo qualche minuto, il bipede scende, stringendo il quadrupede fra le braccia. La bestia ronfa beata, mentre la belva lo fissa con amore infinito: "Bello, il mio amore grande..."
"L'hai catturato? Come hai fatto, che sembrava una freccia?"
"Perché io sono il re dei gatti. Mi è venuto spontaneamente in braccio! Caro il mio cucciolotto..."
Pausa. Nel silenzio, si odono solo le fusa del felino. 
"Mi sa che lo sto viziando un po' troppo, 'sto gatto..." osserva, pensoso, il sovrano. 
"Già." replico io, asciutta.
"Ma è così piccolo, cucciolino... Ha un cervello simile a una noce!"
"..."
"E' per quello che noi due ci comprendiamo alla perfezione!" conclude il nostro, sollevando il gatto al di sopra della sua testa, prima di posarlo, con cautela, al di fuori della porta, in giardino. 
Ottimo. Se è vero che conoscere la natura di un problema significa essere a metà strada per la sua soluzione, siamo a cavallo! 

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