Piccole ma cattive
Scusate
la latitanza, gente.
Per
motivi estranei alla nostra volontà, ci siamo trovati subissati di un surplus
lavorativo che mi sta massacrando.
La
cosa peggiore è che, essendo coinvolte terze persone, non sono in grado di fare
previsioni né di organizzarmi a dovere: navigo a vista. E navigare a vista tra
gli scogli della Stamberga è roba forte, ve lo garantisco.
Sono
criptica, lo so: ma quando c’entrano persone estranee alla nostra famiglia, non
ho scelta. Devo dire poco, anzi, niente.
Vi
racconto, invece, che scoperta ho fatto, conversando col gaglioffo.
Pare
che un gruppuscolo di fanciulle di dodici anni l’abbia preso di mira, su FB: l’hanno
coperto d’insulti e provocato in ogni modo, usando una terminologia da camalli
genovesi. Mio figlio era sconvolto dalla licenziosità del linguaggio e dal
fatto che delle ragazzine così piccole molestassero un ragazzo di quattordici
anni.
“Mamma,
mi sono contenuto, perché sono piccole: mi sono limitato a suggerire loro di
cambiare obiettivo e di andare a letto. Ho scritto: - Se non ti fai dodici ore
di sonno, alla tua età, domani sei isterica. E vedi di sparire… - Però loro non
sono sparite!”
Non
contente, infatti, le innocenti fanciulle
hanno rilanciato, coinvolgendo nello
scherzo un terzo ragazzo: che, di concerto con il mio, ha chiamato in “soccorso”
una cinquantina di amici, per subissare le nostre di messaggi minatori,
acciocché si tacitassero.
In
tutto questo, una del gruppo ha lanciato a mio figlio un amo, che suonava più o
meno così: “Chiamami!”
“Sì,
ti chiamo. Dammi il numero di casa, così mi chiarisco con tua madre, e vedo di
capire che ci fa su FB, alle undici di sera, a rompere le omissis a ragazzi più vecchi
di te di tre o quattro anni!”
Sembra
che solo questa argomentazione abbia convinto le sciamannate a desistere.
Va
da sé che ho spiegato a mio figlio che, in casi così, l’unica è chiudere le
comunicazioni, anche se quello che le ha aperte è un amico o un parente – come in questo caso – onde evitare guai.
Però,
il dubbio resta.
Che
ci fanno sul social network bambine così piccole? E a quali guai si espongono,
a giocare un gioco così pericoloso?
Mio
figlio stesso mi ha confermato che conosce gente che, di fronte a un attacco
simile, avrebbe reagito trovandole e menando le mani. Consideriamo che sapeva
chi erano.
E
se finissero tra le fauci di un adulto malintenzionato?
Ora
mi spetta la parte peggiore. Avvisare la mamma della ragazzina che ha fatto da
base per l’attacco virtuale.
Perché,
se parlare mi scoccia, tacere mi scoccia ancora di più.
Ma
perché le rogne capitano tutte a me?
Stavolta
Mpc è proprio nervosa. Uffa.
.
Commenti
Posta un commento