Non me l'avevano detto
Nessuno mi ha avvisata. Quando li dovevo inseguire, imboccare, redarguire, educare e sorvegliare, speravo solo di invecchiare: sarò rugosa e inflaccidita, mi dicevo, ma almeno non dovrò più fare la balia asciutta. Attendevo il mio autunno come d’inverno aspetto la primavera: il momento nel quale per star loro accanto mi sarebbero bastate una bici, un asciugamano da spiaggia, la seggiola della cucina o il divano del salotto. Sarò una signora, m’illudevo. Quando non dovrò più comprimermi il cervello per comunicare con loro sarà tutta in discesa, vagheggiavo. Invece, mi è arrivata la mazzata. Ho scoperto che il mio secondo nome è Sisifo, ma nessuno me l’aveva mai detto. Gli anni sono passati, le rughe non sono più solo d’espressione, la forza di gravità ha raddoppiato la sua intensità, trascinando verso terra tutti i miei profili, ma le difficoltà, brutte infami, sono ancora tutte lì. O quasi. E non parlo solo di problemi seri. Quelli possono essere immensi, checché...