Partenze & patimenti
Allestimento
valige: ovvero, all’inseguimento di due schegge impazzite.
Le
schegge in oggetto sono il filosofo e il gaglioffo, in partenza per una
settimana di vacanza. Ognuno per conto suo, ovvio: ma, per mia disgrazia, con
tempistica sovrapposta. In tre ore, riescono a portarmi quasi alla canna del
gas.
Il
filosofo, in apparenza organizzato ed efficiente: “Mamma, dove trovo un
lenzuolo matrimoniale?”
“Giù,
nell’armadio del camper.”
“Mamma,
hai un paio di ciabatte che mi vadano bene? Io vivo scalzo, lo sai…” m’incalza
il gaglioffo, caotico come il solito.
“Nella
borsa che hai usato per andare in piscina.”
Una
borsa da me fortunosamente rinvenuta in garage, giusto in mattinata: al suo
interno, un costume da bagno e un asciugamano da spiaggia incartapecoriti e dal
vago sentore di muffa. I legittimi proprietari degli oggetti non avevano idea
dell’uso scellerato cui erano stati sottoposti. Cosa da me scoperta dopo essere
piombata come una furia in camera dei maggiori, incolpandoli dello scempio:
sono stata rimpallata immantinente due stanze più in là. Il gaglioffo, qualche
settimana prima, se n’era clandestinamente impadronito, per una nuotata con gli
amici: abbandonando alle sue spalle i miseri resti, con le conseguenze sopra
descritte. Un altro po’ e me lo mangio: anche perché il colpevole affettava la
più innocente aria ingenua mai vista.
Intanto,
passa il filosofo, con le mie ciabatte ai piedi.
“Dove
vai in giro con gli infradito rosa, tu???”
“I
miei sono scomparsi. Sono giorni che li cerco!”
“Hai
guardato in scarpiera?”
Pausa
di riflessione.
Nel
frattempo, raggiungo il maniglodo: “Matteo, hai preso il deodorante, il dentifricio,
lo shampoo…”
“Mamma,
è meglio che ci pensi tu, alla mia valigia. Altrimenti già so che mi dimentico
tutto!”
“Va
bene. Però cerca di ricordarti tutto, quando la prepari tu, al ritorno.”
“E
chi la disfa? Pescherò tutto dal fondo…”
Avverto
un leggero mancamento, mentre mi sfila di fronte il filosofo. Indossa un paio
di infradito neri.
“Ah,
li hai trovati, vedo…”
“Maccheneso.
Avrei giurato di averci guardato, in scarpiera… E invece erano proprio lì!”
Un
grido di orrore attira la mia attenzione: “La Bibbia? Hai messo la Bibbia in
valigia???”
“Ordini
superiori. E’ il campo scuola della parrocchia: rassegnati alla preghiera,
sennò rimani a casa. Siamo intesi?!”
“Sì,
sì, ho capito… Non serve che ti scaldi!”
“Non
ho voglia che mi telefoni il cappellano dicendomi di venire a recuperare mio
figlio miscredente. Voglio che sia chiaro.”
Ghigno
sotto i baffi, seguito dal silenzio.
Apro
il cassetto della biancheria del gaglioffo, e scatta l’emergenza mutande e
calzini: a parte un paio di calzetti
risalente al Cretaceo e uno di mutande con l’elastico allentato, è il deserto.
Da
notare che, molto di recente, ho rimpinguato il suo corredo, scegliendo con
accuratezza calze con griffe farlocca e mutande di foggia inedita. Speravo
questo spingesse gli altri due a snobbarli, e a riconoscerle, evitando
venissero fagocitati dal buco nero (la loro camera). Tutto inutile, come si
vede.
Spinta
dalla necessità, mi inoltro nella jungla, in assenza del proprietario della
stessa: che è fuori a cena con gli amici.
Così,
scopro che costui conserva la coperta invernale, da me amorevolmente lavata,
arrotolata su se stessa, infilata sotto il letto. La poveretta è insidiata da
dozzine di gatti di polvere, aggressivi e inselvatichiti.
Nel
cassetto dell’intimo, trovo un paio di calzini con l’elastico slabbrato, che
produce un inconsueto effetto tutù. Due paia di calzini grigi, accoppiati a
croce, in un chiaroscuro di notevole impatto scenico, sono coricati su un letto
indistinto di mutande-calzini-calzettoni rovesci, ammucchiati alla rinfusa. In
tale bailamme ritrovo: otto paia di mutande del gaglioffo, l’intera collezione dei
suoi calzini lunghi – fondamentali per il trekking che si appresta a fare… – e
un numero impressionante di calze spaiate. Ci sono anche una maglietta da
lavoro di papà, da lui chiesta con insistenza più volte, e da mesi mancante all’appello,
e una salvietta da bidet. Pulita, per fortuna.
Ecco
svelato il mistero dei calzini single, che a casa nostra sono più numerosi di
quelli regolarmente sposati: quando raccolgono il bucato, quei due infami fanno
mucchio, gettando tutto nel cassetto. Poi, pescano quello che gli serve,
negando sempre ogni addebito, quando mi affaccio, implorando da loro notizie circa
qualche capo di vestiario sparito misteriosamente dalla circolazione.
Nell’arco
di due ore, devo produrre quattro confezioni di deodorante, altrettante di
crema solare, saponette, shampoo doccia vari e un quaderno ad anelli.
Misura
A5: l’unica che non abbiamo, nella nostra cancelleria di scorta. La cosa mi
costringe a una fuga al centro commerciale, a dieci minuti dalla chiusura, così
mi procaccio anche del sapone. Finito anche quello, a mia insaputa.
Alle
undici e dieci, la sottoscritta piomba aletto, distrutta.
Oggi,
entro le due, sono partiti entrambi: e invece di sospirare di sollievo, sono
qui con il cuore in gabbia. E’ una prima volta per ciascuno dei due: la prima
volta che il filosofo guida in autostrada, la prima volta che il manigoldo se ne va da solo.
E
io non riesco a tenere l’emotività sotto controllo, mannaggia a me e alla mia
testa bacata!
Speriamo
che arrivino presto. Così la pianto di stare in apnea.
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