Inquietanti scoperte
“Buonanotte.”
“Lascia
accesa la luce della cucina!”
“No.
Consuma per niente: sei in salotto.”
“Ma
abbiamo il fotovoltaico: possiamo sprecare!”
“Ti
faccio notare che è notte: col buio non funziona!”
“Ma
se ha prodotto tutto il giorno come un matto… Oggi c’era un sole da spaccarti.”
“Il
che diminuisce il rendimento dell’impianto, per tua informazione. Comunque sia,
lo spreco non è mai giustificato. Nemmeno se siamo completamente autonomi, dal
punto di vista energetico.”
“Ma
la cucina è il cuore della casa…”
“Ho
la sensazione che quanto affermi dipenda dal tuo rapporto col cibo. Sei sempre
in cucina, a caccia di provviste!”
“Ihihih…
Comunque, la luce accesa in cucina irroga tutta la casa.”
“Irradia,
irraggia, non irroga, tordo! Sono le sanzioni che vengono irrogate. Mamma mia, che ignoranza…”
“Suonano
quasi uguali, mamma. Fa lo stesso.”
“Attento,
figlio. Le assonanze possono essere trappole mortali.”
“Comunque,
la luce la voglio accesa. Altrimenti, quando finisco di guardare la TV e la
spengo, ho paura!”
“???!”
“Sai
che una volta, da piccolo, mi sono perso per colpa del buio?”
“Perso?
E dove, ti sei perso?”
“Dalla
nonna Iside, in camera da letto. Non ci vedevo, ho perso l’orientamento e sono
entrato in panico. Poi mi sono buttato sul letto, ho cercato l’interruttore e acceso
la luce. Così, ho ritrovato me stesso.”
“Sì,
ma non completamente, secondo me. Certi traumi infantili non si superano mai del
tutto…”
“Ahahah!
C’è gelato?”
“Sì.
Nel freezer in garage. E spegni la luce, dopo!!!”
“Va
bene, va bene, capo…”
Ora
mi spiego tante cose, di mio figlio. Devono essere molti, i lati oscuri della
sua infanzia che ignoro. S’impongono indagini approfondite: chissà che, dopo, riesca
a decrittarlo, quel tipo. Almeno un pochino.
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