Aggiornamenti di stato

Aggiornamenti sullo stato delle belve, andando in ordine d’età.
Il figlio informatico è molto impegnato nella soluzione di un problema gravissimo: ci hanno clandestinamente ridotto la banda. Tornati ai livelli del 2002 o giù di lì, siamo obbligati a un uso contingentato della rete: il che mi costringe a limitare le mie perversioni, tra l’altro. Niente più video di Jovanotti, seguite stonando in modo inverecondo, celata dalla privacy della mia cameretta. Uffa. Ci sono vizi che aiutano a vivere meglio: esserne privati di colpo può danneggiare la salute. Mentale, soprattutto.
Il figlio filosofo, invece, sta diventando un cuoco sopraffino: ieri sera, avendo ospite la morosa, ha preparato un minestrone di fagioli, con ricetta messicana. E’ proprio vero che in rete si trova di tutto: e lui sa fare buon uso del web. Almeno, a giudicare dal profumino delizioso che si espandeva dalla cucina, ieri pomeriggio. Devo chiedergli i commenti della sua ospite, quando lo incrocio… E la ricetta del minestrone, ovviamente.
La Miss è passata alla modalità primaverile: capelli ricci (il look invernale li prevedeva lisciati), rigoroso controllo calorico, studio matto e disperatissimo. Tra verifiche, interrogazioni e prove INVALSI, quella passa la vita sui libri: con ottimi risultati, però. Almeno quello non è uno spreco energetico.
Quanto al manigoldo, Dio mi aiuti. Quello, da solo, fa per quattro: avendone già quattro di mio, si tratta di un problema non da poco.
Durante la settimana gastroenterica, ha passato molto tempo al PC: mi sono preoccupata che s’informasse circa i progressi del programma scolastico, tenendo il passo con gli altri, che facesse i compiti, per poi lasciargli una completa autogestione. Se non impara ad autoregolamentarsi ora, dovrò tenergli l’agenda fino ai sessant'anni. Suoi.
La mia discrezione è stata apprezzata: una sera è venuto a parlarmi.
“Mamma, ho scoperto che non siete genitori rompiomissis”.
“Notizia confortante. A che si deve questa tua presa di coscienza?”
“A quello che ci è successo ieri. La mamma di un mio amico è entrata in camera sua, lo ha trovato che parlava con noi, e si è messa a urlare”.
“Ah. E che diceva?”
“Si è messa a cazziare il figlio, accusandolo di andar male a scuola – quello è bravo, tra l’altro – minacciandolo di avvertire il padre e cose così!.”
“Ah. Mi pare siano cose che dico anch’io, però…”
“Sì, ma tu le dici quando sono vere. Adesso che ti porto a casa bei voti non le dici più!”
“Vero. Il fatto che tu non vada a scuola da giorni aiuta, però…”
“Mamma, non minare la mia autostima, te lo dico sempre”.
“…”
Questo deve avere fatto uno stage all’Accademia della Crusca, a mia insaputa. Mentre io trasecolo, lui continua: “ Poi tu non faresti mai questo: la mamma del mio amico si mette a gridare che non ha amici veri, che è ora di finirla con ‘sto computer, poi afferra il microfono e si mette a urlare contro di noi! - Vedete di sparire, avete rotto!!! - Noi eravamo stravolti”.
“Mhm. Un tipo freddo, la signora. Senti qui, non andiamo a ficcare il naso in casa altrui: sono già abbastanza impegnata a sbagliare tutto, con voi, senza interessarmi anche dei presunti errori altrui. Preoccupiamoci che sia tu a non esagerare col computer!”
“Però noi eravamo d’accordo, no?”
“Sì, eravamo d’accordo. Se hai successo a scuola, puoi continuare così. Alla prima insufficienza, io non grido. Te lo stacco, e basta. Non ci vai più nemmeno a vedere il meteo: lo sai, vero?”
“Certo che lo so. Però ho tirato su quasi tutto: persino spagnolo. La prof mi ha avvertito, prima di darmi il compito: - Cerca di non sentirti male… - Io credevo di aver preso tre, quando ho visto sette ho fatto un salto sulla sedia! Mi sono sentito molto realizzato… Olà, me chiamo Mateo! Ah, ti volevo chiedere: perché quando vado male mi fate una tetsta così, se vado bene restate normali?”
“Perché se ci esaltiamo troppo poi tu ti adagi sugli allori, e non fai più niente.”
Sguardo colpevole. Passa il gatto, e lui si lancia su di esso; lo sbaglia  clamorosamente, protestando: "Questo non è un gatto! E’ una lepre!”
Poi, riprende la sua digressione: “Mission impossibile: prendere un sei in matematica. Quello è l’ultimo scoglio, il più grosso. Comunque, voi volevate dei successi: e io ho successato!”
Magnifico. Tanto per non permettermi di coltivare troppe illusioni, siamo passati dalla Crusca alla semola. Nel cervello.

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