Amnesia on demand
Soffro di amnesie. A comando: per esempio, ieri non ricordavo di compiere gli anni. Peccato che, viceversa, la folla dei miei familiari si fosse segnato l’evento sui cellulari, che hanno iniziato a trillare da prima dell’alba. Così, appena aperto l’occhio, mi ritrovo con un bacetto stampato in fronte: “Auguri, amore!” “Grazie.” Sospiro desolato. “Certo che sto diventando sempre più vecchia: quarantasette! Sono un’enormità!” mi lamento, aggrovigliandomi al marito, in cerca di un impossibile conforto. “Già. Mi sa che è arrivato il momento di cambiarti con due pollastrelle!” è la sua efferata risposta. Quando si dice rigirare il coltello nella piaga… Mi irrigidisco, ritrovando un po’ di dignità, e rispondo, piccata: “Ah, lo sai allora che questa gallina qui vale ben due pollastre!” Con una risata, mi spedisce fuori dal letto: “Cammina, va’, alzati: che ti faccio il caffè!” Ecco. Quello mi ci vuole proprio. Uscendo dalla camera, inciampo nel figlio numero due, appena sbarcato dal camper...