Maschile e femminile


La femminilità non passa attraverso un tacco a spillo, una scollatura generosa, uno specchio che ti lusinga con l'immagine che riflette o l'espressione ammirata degli uomini che ti seguono con lo sguardo. 
Una persona, femmina o maschio che sia, deve stare bene con sé stessa, piacersi, sentirsi a proprio agio nel proprio corpo e con ciò che fa, con o senza l'approvazione altrui. 
Per questo deve poter fare tutto ciò che serve per ottenere questo stato di confort, senza essere giudicata per le proprie scelte. In nessun campo. Nessuno! 
Ai miei figli non ho insegnato "cose da maschi" e "cose da femmine". Ho cercato di insegnare loro il rispetto per se stessi e quello per gli altri.
Ho cercato d'insegnare loro a vivere, ad essere autonomi, a bastare a se stessi.
Poi, c'è chi cucina da dio e chi odia pentole e fornelli, chi si aggiusta le sopracciglia e chi vaga per la casa con magliette e mutande bucate. C'è chi pulisce fino a far brillare la casa e chi, per quanto si impegni, sta sempre sotto gli standard minimi del sibling del polo opposto. 
In casa si sono sempre spartiti i compiti secondo le inclinazioni personali, senza litigi o indicazioni d'imperio, ricevute dall'alto. 
Ognuno di loro è stato libero di esprimere sé stesso al meglio, e pure al peggio, in caso fosse ciò che voleva in quel momento, sempre secondo un'unica regola: sei responsabile delle tue azioni e il saldo, attivo o passivo che sia, è competenza solo tua.
Sono fiera di poter dire che pregi e difetti dei miei figli non dipendono dal genere, ma dal loro modo di essere. 
Lo sono anche di affermare che hanno sempre potuto dire la loro, persino quando lo facevano nel modo sbagliato. Perché sbagliando si impara, se chi ti guida non ti inchioda alla croce delle tue colpe, o ti zittisce, convinto di avere ragione. Sempre.
Un futuro equo, per tutti, lo costruiamo noi genitori, educando i nostri figli e le nostre figlie ad essere se stessi. Senza finzioni, obblighi o stereotipi da seguire.

Ora guardo miei ragazzi, ormai giovani adulti, li vedo interagire fra di loro e con il mondo, in giro per il mondo, e posso dirlo a voce piena: sono orgogliosa di loro. Tanto.
Non solo hanno saputo fare buon uso delle opportunità che abbiamo offerto loro, ma, soprattutto, sono stati e sono ancora capaci di trasformare le difficoltà - talora enormi, in grado di terrorizzare la loro ansiosa mamma - in opportunità. 
Che bello, essere la mamma di figli così. 
Vale ogni sforzo, rinuncia, maldicenza, giudizio sommario, calunnia e cattiveria vissuti negli ultimi venticinque anni. 



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