Vacanze



Ci volevano proprio. Dopo due anni non stop,  in trincea su ogni possibile fronte, Jurassico ed io eravamo proprio arrivati.
Un esempio del mio stato mentale: il giorno antecedente alla partenza vado a saccheggiare la biblioteca, intenzionata a portarmi via un pacco di libri alto così.
Quello che non capisco è perché la gente mi fissi con aria strana: un tizio, poi, guarda male i miei occhiali da sole, che pendono dal collo appesi a un cordino. Qualche volta sbattono contro la collana, producendo un lieve rumore, ma non mi pare di provocare un frastuono tale da violare la regola del silenzio.
Che fissato! penso, un po’ scocciata, affrettandomi  a terminare la mia ricerca per andarmene.
Sono vagamente sdegnata.
Perché la gente non si fa gli affari suoi, invece di guatare gli altri utenti? Almeno qui, una forte lettrice non dovrebbe suscitare meraviglia… Così mugugnando tra me e me, raggiungo la bici, inforco gli occhiali, sciolgo la catena, monto in sella, e inforco gli occhiali. Un’altra volta.
Ed eccomi qui, con due paia di occhiali esattamente identici, incastrati uno sull’altro!
Ecco spiegati gli sguardi straniti della gente. Cosa può spingere una donna a vagare con un paio di occhiali appoggiati in testa e uno appeso al collo? Insicurezza cronica? Fotofobia all’ennesima potenza? Effetti della chiusura dei manicomi?
Dopo una figura così, l’unica via d’uscita mi sembra la fuga: scappo a casa e non esco più.
Quanto a Jurassico, il suo nervosismo era tale da renderlo insopportabile. La Miss ed io lo abbiamo lasciato in vita solo perché avevamo bisogno di un autista per il pachiderma: diversamente, credo stavolta lo avremmo abbandonato in autostrada.
Per fortuna, la scelta della meta è stata felice: tre settimane di relax assoluto, tra sole, mare, passeggiate di chilometri sulla spiaggia deserta o camminate immersi nella macchia mediterranea e boschi di eucalipti. Dettaglio non indifferente, l’impossibilità di utilizzare i mezzi elettronici: dove eravamo, non erano raggiungibili né internet né le linee telefoniche. Per catturare un po’ di segnale, ci si doveva allontanare dal campo base di mezzo chilometro almeno. Data la situazione, nessuno ha tentato di rintracciarci, e tutti gli eventuali problemi sono stati affrontati e risolti da altri. Una pacchia, non dover pensare a nulla!








L’amato bene ha dormito mediamente quindici ore al giorno, la Miss si è rosolata al sole tornando con una doratura invidiabile, persino io non ho più l’aspetto di una mozzarella imbalsamata.
Quanto ai tre maschi, rimasti a casa senza controlli né aiuti, se la sono cavata benissimo: anzi, mi hanno fatto trovare la casa più in ordine del solito. Davvero notevole.
Ora la vita riprende con i ritmi di sempre, ma noi non ci sentiamo più gli stessi: Jurassico, in particolare, è stato colto da una presa di coscienza improvvisa.
La sera del nostro rientro, spingendo il carrello nel parcheggio del supermercato, si è fermato di colpo, dichiarando: “Sono in crisi d’identità!”
“???”
“Non mi sento più lo stesso uomo di quando siamo partiti…”
“Meno male, mio caro. Perché io, con quell’uomo lì, non volevo più essere sposata!”



  

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