Ce l'abbiamo fatta!



Ragazzi, questo è l’anno della svolta. Finalmente una pagella decente!
Matematica a parte, tutte sufficienze piene: il gaglioffo è fiero di se stesso.
Un risultato ottenuto da solo, senza mammina a fargli da stampella; un po’ i prof che non gliene lasciano passare una, un po’ l’ambiente che non lo incentiva certo alla mascalzonaggine, un po’ che non intende finire a lavorare in miniera… ce l’ha fatta.
Ha dichiarato che non intende adagiarsi sugli allori (almeno si conosce: è già qualcosa) e si è premurato di informarmi che i voti presentano una tendenza al rialzo in tutte le materie.
“Matti, allora tutti ‘sti sei li facciamo diventare sette, e i sette otto, che dici…?”
“Sì, mamma. Anche perché con tutti questi sex mi prendono per un sessuomane!”
L’infingardo. Riesce sempre a trovare il modo per dissacrare tutto.
Comunque sia, l’individuo è meno impermeabile di quanto voglia farmi credere: ieri ha preteso che mandassi al papà la foto della sua pagella, via WhatsApp.
Dopo essersi crogiolato per un pomeriggio nel suo successo, mi ha fatto firmare un comunicato del suo prof d’italiano: signora, suo figlio non ha svolto i compiti per casa.
Peccato che il nostro, viceversa, i compiti li avesse svolti tanto bene da volermeli mostrare: ottenuto il mio plauso, li ha dimenticati sulla scrivania della sua camera. Facendo la figura del pollo con il prof, quando costui gli ha chiesto di render conto del suo lavoro domestico.  
“Matteo! Ma che combini?”
“Sì, sì, sì… Lo so. Sono un @@@@e!” scuote la testa lui, mentre io appongo, rassegnata, la mia firma in calce al documento.
Molto è stato fatto, negli ultimi otto anni, con la belva; molto resta ancora da fare, però. Meglio che nemmeno io mi adagi sugli allori, va’. 
Anche perché:  “Mamma ciao. Il figlio prodigio va a scuola… Ci vediamo all’una!”
Ecco, appunto.  Da figliol prodigo a figlio prodigio non c’è che un passo. Meglio che lo tenga sotto stretto controllo: sai mai che il pollo si creda un'aquila, per finire poi spennato...  

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