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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

La parola a Jurassico

I eri, dunque, abbiamo ricordato un grande amico di Jurassico: un amico fidato, uno di quelli sui quali poteva far conto sul serio, uno dei suoi pochissimi amici veri. E’ dura perdere un amico all’improvviso, ed è ancora più dura quando vorresti aver potuto fare qualcosa per prevenire un simile, tragico evento. E’ terribile non aver potuto salvare qualcuno cui vuoi tanto bene, quando il tuo mestiere è salvare la vita agli estranei. Ieri non ce l’ha fatta a parlare, Giuseppe. Non è riuscito ad andare al microfono e a dar voce ai suoi pensieri: probabilmente non sarei stato nemmeno capito , mi ha detto. Forse ha ragione: mio marito è un uomo dai sentimenti profondi, ma non sono molte le persone che lo intuiscono. Le sue modalità espressive dell’affetto non sono mai comuni, consuete: bisogna saperlo interpretare. A volte è un’impresa: ma a Loris quest’impresa riusciva. Si capivano, quei due, forse proprio perché si assomigliavano, così schivi e ombrosi, ma con un cuore grande

Un saluto a un amico speciale

Oggi ti ricorderemo, tutti assieme. Rivedremo il tuo sorriso contagioso in tante foto, scattate nei momenti felici della tua vita. La tua famiglia, i tuoi parenti, i tuoi amici, tutti riuniti come per una bella festa: quelle feste che nessuno come te sapeva rendere speciali. Proverò a non piangere, come avresti voluto tu: anche se sarà difficile riuscirci. Ciao, Loris. Le tue prese in giro mi mancheranno tanto.

Una buona notizia

Matteo è finalmente sfebbrato. Da due giorni, così la possiamo accreditare come una situazione consolidata. Gli esami del sangue non danno risultati preoccupanti: unico problema, dobbiamo capire quale virus l’abbia atterrato. Così, domani si beccherà un altro salasso: e chissà che stavolta individuiamo il nome del killer. II nostro è un po’ provato, lievemente smagrito, verdastro in viso e disabituato ad andare a scuola. Avevamo bisogno solo di questo, per garantirci risultati brillanti a fine anno… Vabbè, l’importante è che stia bene. Il resto lo affronteremo un giorno alla volta: intanto sta a scervellarsi su un tema d’italiano. Dato che ormai la testa non gli duole più, vediamo di metterla in funzione di nuovo. Dovessero esserci novità di rilievo, ne sarete informati. Per ora, gaglioffo is back. Per fortuna. 

Troppo triste

So che sono in silenzio da un po'. Abbiamo avuto un lutto nella cerchia dei nostri amici più cari e più stretti: non ce la faccio a mettermi alla tastiera, in questi giorni. Ho la testa vuota e il cuore pesante: articolare qualcosa di scritto mi è impossibile. Vi abbraccio tutti, perché so che mi capirete.  Ciao, a presto. 

Salvate il soldato Ryan

Salviamolo dal virus, innanzi tutto: il gaglioffo sta ancora parecchio male. Se oggi la febbre non scema, chiamo il suo medico: al terzo giorno di antibiotico se non succede nulla è grigia veramente. Come se non bastassero le preoccupazioni circa la sua salute, vi si aggiungono quelle scolastiche. Sono settimane che gli dico di fissarmi un colloquio con i vari professori: chi non può ricevermi perché troppo impegnato, chi non viene nemmeno interpellato perché l’alunno soffre di amnesia e si scorda di fare domanda. ‘Sta storia che non possiamo presentarci al colloquio nell’ora prestabilita senza passare attraverso i nostri stessi figli mi trova decisamente in disaccordo: è un modo per toglierci la possibilità di tenerli sotto controllo. Comunque sia, ieri è accaduto l’impensabile: uno dei prof di Matti mi ha chiamata a casa. Il motivo era domandarmi quali fossero le condizioni del malato, perché oggi era programmata un'uscita didattica: era necessaria una conferma di non-pr

In odore di santità

Jurassico lo faranno santo, poveretto. Già aver sposato una come me è stato un atto di coraggio, ma tenermi ancora, dopo tutti questi anni, ha dei risvolti di puro eroismo. Domenica, per esempio: parliamone. Una coppia di cari amici aveva organizzato una gita a Venezia, assieme ad un’altra coppia: tutto predisposto alla perfezione, dai biglietti alla prenotazione del ristorante. Un alone di mistero circondava i motivi dell’invito: a noi stava solo presentarci puntuali, alla stazione dei treni. Ore nove e ventisette, saremmo partiti tutti assieme, alla volta di una giornata di festa in ottima compagnia. Ora, io sono un tipo organizzato: non mi preparo mai all’ultimo minuto. Difatti, ero già docciata, vestita e truccata (se quello che mi sbatto in faccia io può essere definito trucco…) un’ora prima dell’orario stabilito. Un simile lasco di tempo, purtroppo, non rappresenta una garanzia di puntualità, con me. Difatti, ogniqualvolta mi trovo in possesso di un tesoretto tempora